26 agosto 2013

Sister B., la giornalista

Buona la prima a San Siro.
Un'Inter ancora in rodaggio, e in cerca ancora delle giuste distanze tra i reparti riesce ad aver ragione del coriaceo Genoa di mister Liverani. WM non abbocca ai rischi che la preparazione pesante e la mancanza di lucidità e amalgama in una rosa rinnovata in ben 6/32mi potrebbero portare contro la ben quotata formazione ligure, e opta per un accorto, benché volitivo 3-5-1-1.

Si nota subito che la preparazione, soprattutto fisica, ha ancora strascichi pesanti sulle gambe dei nostri giocatori, il ritmo infatti è poco più che soporifero. Ciononostante una netta supremazia territoriale, e un possesso palla a livelli Barcelloneschi (anche se con un indice di pericolosità più simile alla squadra sbagliata di Milano) ci permettono di mantenere inviolata la nostra porta, vanificando la presenza, tra le fila Genoane, di quel vecchio volpone delle aree di rigore che risponde al nome di Gilardino.

La ripresa si apre senza cambi, con i nostri che ci provano, anche se con la poca lucidità tipica di chi ancora sta pagando la preparazione e con pochi collegamenti tra i reparti, d'altronde la squadra è un cantiere aperto, e ancora non si sono ben delineate le gerarchie interne al gruppo. Ma ecco il colpo di genio del nostro tecnico che spariglia le carte: l'inserimento di Icardi - una prima punta - e il contemporaneo inserimento di fosforo a centrocampo, porta inevitabilmente il fortino del Genoa ad abbassare la linea, finora ben assestata sui 40 metri, la pressione si fa più costante, anche se bisogna attendere una deviazione fortuita su un cross di Jonathan perché il Samurai possa aver ragione di Saracinesca Perin (che prenderà una delle rarissime ammonizioni viste al Meazza per perdita di tempo da parte degli avversari).

La capitolazione dei Grifoni a questo punto è totale, essendo costretti a tentare di ribaltare un risultato che li vede soccombere alla formazione di Casa si espongono a ripartenze che, pur essendo noi ancora un cantiere aperto, risultano veloci ed efficaci, fino ad arrivare al mortifero filtrante di Guarin che lancia Palacio solo davanti al portiere, lo fa secco con un diagonale preciso nell'angolo.

Due a Zero e partita chiusa.



Ma in tutto questo mi chiedo, caro direttore artistico: STA CAZZO DI RADIOLINA DOVE SI RITIRAVA?
Mica alle biglietterie, vero?


21 agosto 2013

The day after.. (l'inca**atura cresce)

E' di sabato il delirio illustrato da Settore sulla situazione biglietterie/organizzazione stadio agostana per l'esordio stagionale dell'Inter a San Siro.

Nulla di nuovo sotto il sole. Vedi Inter-Hajduk dello scorso anno, cui ebbi la (s)fortuna di assistere personalmente.

Oggi, MissGreen ci fa presenti altri due aspetti piuttosto importanti: l'inadeguatezza del servizio - a livello di personale impiegato che sotto il profilo informatico - di FC Internazionale e l'assoluta mancanza di, vogliamo dire tatto?, da parte di una società che pretende dei tifosi che paghino e chinino la testa al grido di "zi badrone".

Nel suo post, la Miss accenna a una sgradevolissima situazione segnalata dall'amico Franco (Bomprezzi - si, sono tutti amici miei. Ho un sacco di amici, e allora?).

Ordunque, riporto le parole di Franco:
Ieri sera la cosa peggiore è stata la sorpresa di tabelloni pubblicitari digitali piantati nel terreno che in pratica azzerano la visuale del campo da parte dei tifosi in carrozzina nella prima fila del parterre arancio. Si vede qualcosa solo nelle due tribunette laterali leggermente sopraelevate, dove del resto vado regolarmente.


[...] ecco la foto che ho scattato io domenica pomeriggio, collocandomi nella parte bassa del parterre arancio, dove normalmente sono presenti almeno un centinaio di tifosi in sedia a rotelle con i loro accompagnatori.

Ora, veramente.. Se noi DOBBIAMO (ma in nome di cosa, domineiddio) accettare le scuse dell'Inter, cosa DEVE fare FC Internazionale nei confronti dei tifosi in sedia a rotelle, trattati come se non esistessero?

Io, davvero, vorrei conoscere nome e cognome della mente perversa che ha partorito questa PORCHERIA (è l'unico termine educato che mi viene in mente).
Perchè solo un *** (aggettivo dispregiativo a piacere) poteva mettere in atto siffatta minchiata, pensando solo al profitto (a proposito, signori, vi svelo una verità agghiacciante: NON guardo i cartelloni pubblicitari e non compro i prodotti pubblicizzati al Meazza. Non mi servono!) e fottendosene del diritto di TUTTI di poter vedere la partita.

Anche perchè, diciamolo: sarebbe bastato sedersi in uno di quei posti e simulare la visuale che avrebbe avuto il pubblico seduto nel settore utilizzando un cartonato con le dimensioni dei tabelloni. 


Hey!
Un momento!
Forse siamo noi gli ingrati, i limitati che non capiscono.

Leggo questa notiziola..
"Regalo per i tifosi abbonati dell’Inter. 
Milly Moratti, moglie del presidente Massimo, nonché direttore artistico del club (come recita l’organigramma societario) ha avuto un’idea davvero originale, che nessun altro club in Italia ha mai proposto prima: Chi si abbona a questa stagione avrà infatti in regalo una radiolina per poter ascoltare soltanto a San Siro la cronaca di Roberto Scarpini, voce storica dell’Inter. I tifosi potranno così anche farsi un’idea degli episodi che ci saranno di giornata in giornata, ascoltando l’opinione di chi ha subito la possibilità di vedere i replay."

MA CERTO!
Come ho fatto  non pensarci prima??
Altro che connessione WiFi decente all'interno dello stadio, altro che cessi degni di un paese civile.
La radiolina.

Chi non può vedere, in nome del profitto, sente.
E siamo tutti contenti così.



12 agosto 2013

C'è solo l'Inter

Credevate fossi morta, lettori di poca fede?
Vi sarebbe piaciuto?
Invece no.
Sono qui, più viva che mai.

Purtroppo, o per fortuna, immersa nello studio matto e disperatissimo del percorso didattico che sto compiendo (sono a2/3 del cammino e conto di finire e diplomarmi a dicembre).



Beh, ora come ora mi godo le meritate ed agognate ferie.
Con Ofelia al seguito, ovviamente.

Nonostante tutto Sorella vostra, convinta dalle sue socie che con lei quest'anno prenderanno il daspo -  resta solo da capire a quale giornata - ha rifatto l'abbonamento e vi delizierà di nuovo coi suoi aneddoti da primo verde.
Benchè in fase Nelson, il mio sporco lavoro lo farò sempre.

Già vi anticipo che il primo della serie sarà dedicato all'odissea per il rinnovo del medesimo.
Vista la cabala, se il buongiorno si vede dal mattino, stiamo freschi!!

Confesso che volevo prendermela comoda ancora per un po'.
Magari ripittando la grafica e quant'altro.

Ma, come sempre accade, leggi quella cosa che ti fa mettere da parte i buoni (?) propositi e ti spinge a scrivere.

Vale a dire, il dedicare qualche riga all'esposizione di un principio, ispirata su Twitter dalla mia amica MissGreen.

Si parla tanto di Thohir, di vendita dell'Inter..

Tutti si sentono in diritto di dire la loro. Ex, non ex, opinionisti, fruttivendoli, cani e porci.. Molti con la fottuta paura che un proprietario diverso da Moratti cambi lo status quo. PI e servanti terrorizzati all'idea di non poter più sbertucciare l'Inter. Vedovi preventivi delle dichiarazioni da marciapiede di Massimone nostro.
E perchè no.. Anche opinioni, editoriali, dichiarazioni, peana di gente che mi ha fatta dubitare del tanto sbandierato amore per la nostra maglia.

Nazionalisti dell'ultima ora sul misterioso filibustiere indonesiano.. Manco che soggetti del calibro di borsano, cimminelli e goveani fosse di hong kong..
Per dire.

E oggi leggo una dichiarazione, l'ennesima in questo senso, del capitano.
E la Miss che mi anticipa.

Caro Javier, ti stimo.
Molto.
Però no. Mi dispiace ma non sono daccordo.
Forse PER TE non c'è Inter senza Moratti, perchè hai conosciuto solo quella.
Per me c'è l'Inter, e basta.

Ho vinto il mio primo scudetto con Fraizzoli (si, non sono più un'adolescente inquieta - cit. da intenditori).
Il primo campione che mi ha fatta davvero sognare, aka Karl Heinz Rummenigge, me lo ha portato Pellegrini.



Che mi ha regalato anche lo scudetto dei record e due coppe Uefa.
E pure uno scontro-salvezza, per dire..

Poi è arrivato Moratti. Tanti anni duri ma anche tanti trionfi, per i quali avrà la mia eterna ed imperitura gratitudine.
Però no.
L'Inter va oltre Moratti.
L'Inter è l'Inter.
Presidenti, giocatori.. tutto passa.

Resta l'Inter.
Restiamo noi tifosi.




"Qualcuno, qualche suo collega' mi ha detto: ‘Lei ha servito cinque presidenti dell’Inter’. Non è esatto, io ho cercato di servire sempre e solo l’Inter.”


AMEN