22 maggio 2014

Contestando si, ma contestualizzando (ovvero il contesto, questo sconosciuto!)

Mazzarri ha parlato.

Vabeh, parlato.
Blaterato.
Sciorinando (ad minchiam) una serie di numeri a sostegno della sua tesi: lui ha fatto benissimo.
Ed oggi le analisi quasi a sostegno di questa tesi si sprecano.

Oh, nota a margine: com'e' che adesso i confronti con lo scorso anno vanno bene? Comunque, non divaghiamo. Vedro' di farveli andare di traverso.

Ma torniamo a noi!


Visto che qui, oramai, i numeri li danno tutti, vuoi che non lo faccia anche io che sono una cagacazzo biblica?
Insomma, vorrei dare anche io il mio piccolo contributo, dall’alto di 5 anni trascorsi a fare proprio questo: analisi dei risultati.

Non me ne vogliano i tanti che in questi giorni hanno scritto e dissertato di numeri ma mi sembra che dalle loro analisi manchi il presupposto fondamentale: il CONTESTO.

Senza un contesto di riferimento, senza correlazione tra i vari dati, ogni statistica, ogni numero significa tutto e il contrario di tutto.

Non ci credete?
Ve lo dimostro, utilizzando un esempio che faccio (molto) spesso.
Se io ho il 100% di quote di mercato su 3 mercati e il mio principale concorrente ha il 70% su un solo mercato, chi e’ il leader?

Quanti di voi, istintivamente, hanno detto “tu!”, “tu!”?
Vi vedo, sapete?



Se ora vi dicessi che quei tre mercati, insieme, cubano 1/10 dell’altro mercato?



No, non vale l’obiezione “dovevi dirlo prima”. Questa era l’obiezione che dovevate fare VOI, PRIMA. Obiezione che distingue chi sa fare le analisi in un certo modo e chi si affida a una simpatica serie di numeri.

Partiamo da qui.
Differenza reti dello scorso anno: -2
Differenza reti di quest’anno: +23
5 attacco e terza difesa.

Per un totale di..


RRRRRULLO DI TAMBURI...

6 (miseri) punti in piu’.

S E I 

Dato oltremodo interessante e’ che, al netto delle partite con juve e napoli fuori e roma in casa, la differenza reti diventa addirittura +30.
OHIBO'!

+0.85 gol a partita di differenza reti e fai 1,87 punti a partita?

Una differenza reti di +0.85 avrebbe consentito di vincere ben 29 partite 1-0, per un totale di 87 punti. Altro che 60!

Come leggevo da qualche parte, pero’, se passi 85 minuti con 10 uomini dietro la linea della palla il risultato non pprendi disuramente gol ma non segni neppure. Ma se provi a segnare, siccome la coperta e’ corta, se ti scopri gli avversari con 4 passaggi sono in area.
Vi ricorda niente?

Altro fatto interessante.
Si sono perse la meta’ delle partite (8 vs 16): il che dovrebbe portare ad una differenza, in positivo, di +8 punti. Invece, i punti in piu’ sono sempre e solo 6. Questo perche’ si e’ vinta una partita in meno.

Con gli stessi punti saremmo arrivati 8vi lo scorso anno.
Vero che i campionati precedenti non contano ma non e’ certo merito di mazzarri se milan, udinese, lazio e catania hanno fatto peggio.

Dato interessante, invece, e’ notare come sia rimasto invariato il distacco dal 3 posto: 18 punti lo scorso anno, 18 punti quest’anno.
Pur con un +23 di differenza reti.

Non solo.
Vi sottopongo questo interessantissimo grafico che mette in parallelo le ultime tre stagioni (si ferma alla giornata 36 ma mi interessava mostrare il parallelo fino al sorpasso).


 
 
Guarda guarda, il sorpasso avviene alla 34 giornata, quando l’Inter poteva schierare il solo Rocchi in attacco e si trovava comunque a soli 9 punti dal 3 posto.

E tanto per respingere subito un’obiezione, no. Stramaccioni NON poteva non far giocare Palacio a Genova per il semplice motivo che in quel frangente eravamo ancora in lotta per il quarto posto.

Ebbene si, signori miei.
Eccovi la classifica alla 11 di ritorno, con Samp-Inter da giocare (fu recuperata il 3 aprile, quando si infortuno’ Palacio).


Dopo quel recupero eravamo a punto dal 4 posto e a 7 dal terzo.
Allo stesso punto del campionato, quest’anno, eravamo a 2 punti dal 4 e a 15 dal terzo.

Siamo proprio sicuri di avere fatto DAVVERO meglio?

Last but not least, lo scorso anno abbiamo iniziato la stagione il 2 agosto, con il preliminare di Europa League.

Quest’anno, inizio con Inter-cittadella il 18 agosto. A seguire, Inter-genoa il 25 agosto.

Lo scorso anno avevi gia’ giocato andata e ritorno con Hajduk e Vaslui (non proprio due passeggiate di salute), piu’ il Pescara.

15 partite in meno, senza trasferte in Salkhazzistan o in Minchiastan (senza posticipi di lunedi, tra l’altro) e con la possibilita’ di lavorare in tranquillita’ tutta la settimana: l’ideale per costruire un gioco e un’identita’ di squadra.

Che siccome pero’ non sono numeri, si sa, nelle analisi non contano.
O no?


10 maggio 2014

Tre volte grazie

Una premessa.
Siccome é un'occasione speciale e "noi non siamo quella roba lá" (frase ripetuta un po' a sporposito da gente cui ho sentito fare discorsi da gobbi nell'ultimo periodo) se stasera Zanetti non gioca almeno 5 minuti voleranno vaffanculo ed anatemiH come manco quando hanno tentato di fregarmi - invano - il paraurti della macchina.

É l'ultima al Meazza del capitano.
L'ultima dopo millemila partite.


Mi ricordo quando arrivó: avevo appena iniziato l'università. Arrivó come corredo del piú noto (?) avioncito Sebastian Rambert.
Mi ricordo che pensai "mah, secondo me ha la faccia piú intelligente quell'altro".
Non sbagliai.
856 volte dopo posso dirci che ci avevo preso.
Fantastiche le discese palla al piede anche se poi il cross non era sto granché :)
Lo posso confessare: quando sentivo gridare "Capitano, vai da solo" pensavo, tra me e me, "ma no, cazzo, perché? Non crossare tu, dai..".
Peró eri (sei) il Capitano dell'Inter e questo basta.
Sei il Capitano della mia squadra e questo fa di te un pezzo di storia, fatta di momenti belli e meno belli.
Non hai mai sputato in faccia a nessuno, non hai mai preso a pugni nessuno, mai calci calcetti e calcioni: un esempio di correttezza a differenza di altri osannati capitani.
E di questo vado fiera.
E poi oh, al Gaucho si mangia davvero bene.

Ma oggi non ci lasci solo tu.
É l'ultima anche per il Principe Milito, l'uomo del Triplete.



Uno degli attaccanti piú intelligenti che io ricordi. Arrivó tra lo scetticismo generale, mentre io cantavo Brazilia Carnaval, felice per la notizia.
5 maggio 2010.
16 maggio 2010.
22 maggio 2010.
Tre date che ci hanno permesso di entrare nella storia del calcio.
Quella vera.


Non quella degli incartacozze, che riuscirebbero a definire triplete anche il trittico colazione-pranzo-cena.
Alla faccia dell'ossessione.

E poi lui, the Wall. Walter Adrian Samuel.
Tanto silenzioso quanto indispensabile.
Uno dei difensori piú forti mai visti.
Il miglior attaccante del mondo, se penso a quell'Inter-siena 4-3, in cui sputai una corda vocale (l'altra la lasciai sul campo la sera di Inter-barcellona).


Un professionista serissimo.
Mai una parola fuori posto. Mai un gesto sconsiderato. Solo quel meraviglioso fallo nei primi 120 secondi per far capire all'attaccante avversario come giravano le cose. Ibra se lo ricorda ancora: tu prendesti il giallo ma lui sparí da quella partita.
Solo, un enorme amore per questa maglia.
Quell'amore che lo ha portato, quando mancini lo relegó in panchina, ad impegnarsi ancora di piú per tornare titolare. Non certo ad andare a piangere da zio Fester trovando con lui un accordo (vero, cuore nerazzurro di stocazzo?).

Non vorrei mai che il saluto doveroso e dovuto al Capitano oscurasse l'addio di due altri grandi protagonisti di un'epoca che potremo raccontare a chiunque dicendo "tu non puoi capire".

Grazie Javier.
Grazie Diego.
Grazie Walter.




#mazzarrivattene