10 maggio 2014

Tre volte grazie

Una premessa.
Siccome é un'occasione speciale e "noi non siamo quella roba lá" (frase ripetuta un po' a sporposito da gente cui ho sentito fare discorsi da gobbi nell'ultimo periodo) se stasera Zanetti non gioca almeno 5 minuti voleranno vaffanculo ed anatemiH come manco quando hanno tentato di fregarmi - invano - il paraurti della macchina.

É l'ultima al Meazza del capitano.
L'ultima dopo millemila partite.


Mi ricordo quando arrivó: avevo appena iniziato l'università. Arrivó come corredo del piú noto (?) avioncito Sebastian Rambert.
Mi ricordo che pensai "mah, secondo me ha la faccia piú intelligente quell'altro".
Non sbagliai.
856 volte dopo posso dirci che ci avevo preso.
Fantastiche le discese palla al piede anche se poi il cross non era sto granché :)
Lo posso confessare: quando sentivo gridare "Capitano, vai da solo" pensavo, tra me e me, "ma no, cazzo, perché? Non crossare tu, dai..".
Peró eri (sei) il Capitano dell'Inter e questo basta.
Sei il Capitano della mia squadra e questo fa di te un pezzo di storia, fatta di momenti belli e meno belli.
Non hai mai sputato in faccia a nessuno, non hai mai preso a pugni nessuno, mai calci calcetti e calcioni: un esempio di correttezza a differenza di altri osannati capitani.
E di questo vado fiera.
E poi oh, al Gaucho si mangia davvero bene.

Ma oggi non ci lasci solo tu.
É l'ultima anche per il Principe Milito, l'uomo del Triplete.



Uno degli attaccanti piú intelligenti che io ricordi. Arrivó tra lo scetticismo generale, mentre io cantavo Brazilia Carnaval, felice per la notizia.
5 maggio 2010.
16 maggio 2010.
22 maggio 2010.
Tre date che ci hanno permesso di entrare nella storia del calcio.
Quella vera.


Non quella degli incartacozze, che riuscirebbero a definire triplete anche il trittico colazione-pranzo-cena.
Alla faccia dell'ossessione.

E poi lui, the Wall. Walter Adrian Samuel.
Tanto silenzioso quanto indispensabile.
Uno dei difensori piú forti mai visti.
Il miglior attaccante del mondo, se penso a quell'Inter-siena 4-3, in cui sputai una corda vocale (l'altra la lasciai sul campo la sera di Inter-barcellona).


Un professionista serissimo.
Mai una parola fuori posto. Mai un gesto sconsiderato. Solo quel meraviglioso fallo nei primi 120 secondi per far capire all'attaccante avversario come giravano le cose. Ibra se lo ricorda ancora: tu prendesti il giallo ma lui sparí da quella partita.
Solo, un enorme amore per questa maglia.
Quell'amore che lo ha portato, quando mancini lo relegó in panchina, ad impegnarsi ancora di piú per tornare titolare. Non certo ad andare a piangere da zio Fester trovando con lui un accordo (vero, cuore nerazzurro di stocazzo?).

Non vorrei mai che il saluto doveroso e dovuto al Capitano oscurasse l'addio di due altri grandi protagonisti di un'epoca che potremo raccontare a chiunque dicendo "tu non puoi capire".

Grazie Javier.
Grazie Diego.
Grazie Walter.




#mazzarrivattene