16 settembre 2013

Un tranquillo sabato di...

Archiviata la partita, sviscerata in ogni luogo e in ogni lago dagli esperti – ma soprattutto da quelli convinti di esserlo – direi che sul match in sé non c’è più molto da dire. Se non che l’ingresso di un rivitalizzato Icardi, che tanto male aveva fatto lo scorso anno, ha cambiato gli equilibri in campo.
Ad oggi, l’accoppiata Icardi – Palacio, ci consente di tenere alta la squadra e permette al buon Rodrigo di allargarsi come predilige fare, trovando un compagno in grado di dialogare e con lui e chiudere il triangolo, ricevendo il passaggio al centro dell’area e tirando in porta, particolare non secondario.

*FINE DEL COMMENTO PSEUDOTECNICO PERCHE’ SICCOME SONO UNA DONNA NON CAPISCO UN CAZZO DI CALCIO*

Detto questo, mi vorrei soffermare su tre aspetti.



Finalmente abbiamo la tanto agognata radiolina!
(C) Chiara


Cito da inter.it: “L'Inter regala agli abbonati alla stagione 2013/14 una vera radio nerazzurra, portala con te e segui ovunque le tue stazioni preferite! É a San Siro che si trasforma e diventa radiocronaca appassionata di Roberto Scarpini, voce ufficiale di Inter Channel. […] Nel pre partita e nel post, oltre ai contributi di Inter Channel, sarà la musica ad accompagnare gli abbonati allo stadio, con una programmazione a cura di Audiozone.

Ecco, la straziante selezione musicale me la sono risparmiata che se tanto mi da tanto, mi avrebbero piazzato la bilanista Pausini nell’intervallo. giusto perché non avevo già abbastanza ansia. Ma userò sicuramente l’infernale aggeggio (fruibile solo nel perimetro del Meazza) per le future moviole. Vi confermo comunque che, nonostante il frastuono, si sente.

Lodevole l’impegno mostrato per consentire ai tifosi di essere tutt’uno con la squadra e con i telespettatori.
Peccato non si sia mostrato il medesimo impegno nei confronti dei tifosi in carrozzina, la cui visuale – nonostante le denunce – è ancora questa.

Ah, vi faccio notare che la foto è stata scattata sollevando le braccia. Immaginatevi la visuale ad altezza-occhi. 

(C) Franco Bomprezzi

Ora, signori miei.
Vi sembra una cosa degna di un paese civile? Vi sembra davvero normale che dopo UN MESE  la situazione sia ancora quella denunciata dopo la partita di Coppa Italia col Cittadella?

Io vorrei conoscerlo, il genio del doppio tabellone (= doppi incassi pubblicitari). O meglio, so chi è ma vorrei che si palesasse per spiegare al mondo intero quale malata logica ha guidato la sua mente nel partorire una simile bestialità.

Non sarà mica “vabeh, tanto questi non pagano, cazzo me ne frega..”, vero?

A parte che ci sono spettatori che pagano fior di quattrini per una visuale di merda (vedi le curvette del primo anello) ma che discorso del cazzo è (sarebbe)?

Che poi, se la vogliamo mettere così, gli spettatori che ti riempiono quel settore sono in favore di telecamera.. Vuoi mettere l’effetto che fa un settore pieno, piuttosto che il deserto dei go(B)bi o una sfilata di cartonati?
Aneddoto. Olimpia EA7 vs Boston Celtics: sentito personalmente il producer dire ad uno scagnozzo: “fai spostare gli spettatori più in basso e chiudimi quel vuoto”.

Cara Inter, rinnovo il mio appello: li vogliamo levare dal cazzo quei led di merda?
Sono perfino disposta a restituirvi il regalo che il direttore artistico ha pensato per me. In fondo, noi non siamo quella roba là.
Dimostriamolo!

Ultima e dolente nota.
La rissa al secondo arancio.

Sapete che non ho grandi simpatie per la curva, cazzi e mazzi.
Però.. Certi moralismi, anche da parte di interisti che vivono sulla luna, mi creano un prolasso dell’utero.

Un gobbo, dimostrando un quoziente intellettivo pari a quello di un’ameba, ha pensato bene di andare a fare il pirla di fianco alla curva.

Risultato: una lezione di “buone maniere” a mani in faccia come non se ne vedevano da anni.
Ah no. Non anni. Giusto due campionati.
A parti invertite.
Sempre in casa nostra.
Quando un ragazzo ne ha fatto le spese al posto mio, a Inter-napoli.

“Queste cose, al merdentus stadium, stadio per famiglie non accadrebbero”.
No, infatti.

Quello è lo stadio dove le famiglie, tutte in coro, hanno passato 90 minuti a cantare “negro di merda” a Balotelli beccandosi la prima ed unica chiusura come sanzione.
E’ lo stesso stadio che, nello scorso campionato, ha battuto il record mondiale di sanzioni comminate in nome del famigerato art. 13 comma 1 lettere b) ed e) e comma 2 CGS, per gli amici “coro costituente espressione di discriminazione razziale”.
Ed è sempre lo stadio per famiglie dove uno spettatore (in effetti ivi presente col figlioletto) si prese il Daspo (ma NON sanzioni dal giudice sportivo) per aver messo le mani addosso a Di Vaio. E non stiamo a contare gli sputi and co. di cui sono oggetto gli avversari, sempre regolarmente minimizzati ("uno schiaffo non ha mai ucciso nessuno").

Provateci voi ad esultare in tribuna. Provateci.
Se sarete fortunati, verrete sbattuti fuori dagli steward dalla vista selettiva. Altrimenti…

Ma forse sono io maliziosa.. Devono essere sostitutivi di festoni e coriandoli, come il “goliardico” (giuro, un gobbo lo ha definito così) “ooooh juv… EHM! MERDA” che risuona ad ogni rimessa del portiere avversario.

Uno stadio per famiglie.. tipo questa?


Ma torniamo noi, e al popolo di Biancaneve che “Ok il gobbo ha insultato la curva ma per quale motivo deve essere picchiato?".

A parte che serve davvero il cervello di un criceto per porsi una domanda simile (“ok, ti ho deliberatamente rigato la macchina con una chiave ma perché ti incazzi?”) la risposta sta nel regolamento-stadio del Chelsea:

Any individual who has entered any part of the ground designated for the use of any group of supporters to which he does not belong may be ejected from the ground for the purposes of his own safety or for any other reason.

Così deve funzionare, in un paese civile.
Fai quello che vuoi a casa tua.
A casa mia, si fa quello che dico io.

Fai parte della tifoseria ospite?
Hai due alternative. O stai seduto, zitto, muto e guai a te se solo dici “alè” se segna la tua squadra (di merda) oppure vai nel settore ospiti.

Io propendo per questa seconda soluzione, sia per non dover stare attenta al portafoglio, sia perché così è molto più facile salutare gli ospiti – come etichetta impone – a fine partita.