7 ottobre 2019

Di troppi pat pat son piene le stagioni buttate alle ortiche

Eccoci qua. Quando (ri)comincio a scrivere, sperando finalmente di avere più tempo da dedicare al blog? Quando le cose vanno male.


Sento di voler dire la mia (non richiesta ma chi se ne frega) perché sto notando un testaltivismo che non mi piace. Non mi piace per niente.


Partiamo dalla fine. Sconfitta meritata. Se regali 40 metri di campo alla ju*e, prendere gol è il minimo sindacale. Beh, non solo dai gobbi. Da tutti.
L’uscita di Sensi ha pesato enormemente, parzialmente riequilibrata dall’ingresso di Bastoni ma nuovamente mandata a mignotte dal 5-4-1 con un Lukaku abulico e ritmi bassi che hanno mandato a nozze quelli là.


Nota di colore: unico ammonito per simulazione è Barella. A rivedere i tripli carpiati di dybala fa riderissimo. che mi sta bene che Sanchez sia stato buttato fuori per quel tuffo a Genova ma se il metro è quello, allora il gobbo non doveva finire il primo tempo.

Così, perchè l’aver disputato un secondo tempo non all’altezza non esclude necessariamente che non si possa definire discutibile la gestione della gara da parte del tizio vestito da Stabilo Boss. Per approfondimenti vi rimando alla cronaca in diretta del mio amico Il Malpensante, che se non lo leggete non capite veramente un cazzo.

Ma torniamo al punto essenziale di questo post.

Il testaltivismo (da leggere come "La luna nera").

Troppe pippe mentali sull’usciti a testa alta, non si poteva fare di più, loro fortissimi... e bla bla bla bla.


Niente di più sbagliato.
Mitizzare l’avversario crogiolandosi nella propria attuale e oggettiva inferiorità è quanto di più sbagliato si possa fare, in un’ottica di crescita. Perché se è vero che nel secondo tempo siamo stati oggettivamente inferiori, è altrettanto vero che tanti palloni li abbiamo persi per errori gratuiti, palloni buttati a minchia di cane e giocati alla cazzo, per l’ansia di buttare via la palla.

Che tu sia inferiore o meno, una cosa non deve mancare: la lucidità. La forza mentale fa una enorme differenza, in questi frangenti. Non devi cagarti in mano ma pensare. Sempre. E cercare di fare la cosa giusta. Un gioco definito può supplire all’inferiorità, lo dicono da sempre quelli che ne sanno. 

Aggiungiamo anche che paghiamo ancora l’eredità di mazzarri (vi vedo, vi vedo… voi che a Pinzolo pendevate dalle sue labbra…) e del concetto del fuori la qualità, dentro la quantità. Ecco il risultato. Senza un centrocampo di qualità non vai da nessuna parte.

NESSUNA.

Stampiamocelo nella zucca.

E se non segni, non vinci. Ieri troppo leziosi. Mi auguro che la pausa serva a rimettere definitivamente in sesto Lukaku (ieri inguardabile e non perché i gobbi sono forti ma perché ha oggettivamente fatto male lui) perché se non si dà una svegliata è un problema. E che sia utile anche a Lautaro per capire che la leziosità di voler entrare in porta col pallone mal si adatta al campionato italiano. Stesso discorso per la sufficienza con cui affronta certe situazioni.
Capitolo Sanchez: speriamo che rientri in condizione perché ci serve disperatamente un ulteriore realizzatore. Dal punto di vista squisitamente tecnico non abbiamo più un giocatore – potenzialmente – da più di 20 gol in campionato. La stessa – se non superiore vista la nostra scarsa propensione all’andare in rete – cifra in termini di realizzazioni deve necessariamente arrivare dal cumulo di quelle dei tre attaccanti rimasti. Altrimenti è un problema. Grosso.

Ma soprattutto, quello che ci serve è la capacità di imparare dai nostri errori.
Non abbiamo giocato la partita perfetta, stroncati solo da una squadra troppo più forte. Per un cazzo proprio. Pensare questo è la maniera migliore per mandare in merda una stagione già a ottobre.

Dobbiamo crescere, migliorare, diventare più freddi e ragionare. Anche – e soprattutto – quando siamo in difficoltà. Dalle situazioni difficili si esce lavorando su se stessi, non guardando gli altri. 

Questo pat pat autoassolutorio da piccola fiammiferaia potrà renderci solo una eterna incompiuta, alla perenne ricerca di autogiustificazioni. Con tanti saluti a tutti i paroloni – probabilmente eccessivi – su allenatore e giocatori spesi prima, e a tutti i proclami catastrofisti partoriti dopo.


Calma e gesso, quindi. Ritengo che questa sconfitta potrà essere una tappa importante della stagione. Solo se sapremo trarne i giusti insegnamenti.