23 ottobre 2016

A.A.A. Dignità cercasi

Non so da che parte cominciare.
Anzi si.


Detto questo, in preda ad una incazzatura che manco Napoleone a Waterloo, passo ad esprimere in queste poche righe il mio pensiero.

Veniamo da una settimana in cui il nostro allenatore è stato massacrato e dileggiato oltre ogni limite. Prima parentesi: vorrei proprio vederlo caressa fare una intervista in inglese. Anzi no,l'ho visto. Tagliò 3/4 di discorso perchè non aveva capito. E taccio del modo in cui si espresse: google translate fa molto meglio.
De Boer dileggiato, offeso... Trattato da coglione. Peraltro, avrebbe pareggiato, oggi, se doveri non ci avesse messo lo zampino come suo uso ma non siamo qui a parlare di questo.
Dicevo... Avrei apprezzato che Ausilio, nell'intevista pre-partita di oggi, avesse messo nel difenderlo metà della grinta spesa domenica per attaccare Icardi ma tant'è. Capisco che in vista di un cda bisogna tenersi aperte tutte le porte.

Lo scorso anno l'inizio di allegri fu simile al nostro; peggio, in proporzione, se consideriamo la rosa della j*ve e l'avere iniziato la stagione senza ritardi, Eppure.. tutti zitti.

E già qui sale il crimine, specie quando leggi i soliti interisti che si commuovono pensando a Mou cadere vittime della PI che, a parole, tanto aborriscono.
Ma tant'è. Mi sono quasi stancata di ripeterlo.

Oggi, a bergamo, va in scena uno spettacolo indegno.


Perdiamo. In maniera indegna.
Certo, anche l'allenatore ha le sue colpe. Succede quasi sempre, quando si perde. Certo, sono colpe a posteriori. Prima, non puoi mai saperlo.
E' un po' come il famoso "tira! tira!" [palla al terzo anello] "cazzo tiri, stronzo?".
Che poi la formazione era sbagliata, i cambi pure... Rega' ficcatevi in testa che non abbiamo Ibra e Cristiano Ronaldo in panchina eh. Con certi soggetti, come fai, sbagli.

[licenza poetica]

Dicevo. Parte il "dagli al De Boer".
Tutti a criticare caressa a parole: nei fatti, come se non peggio di lui.
Ho letto cose vomitevoli, indegne di chi professa una presunta superiorità morale nei confronti dei gobbi: certe parole vi pongono al loro livello, se non peggio.

E ovviamente, va in onda la fiera dell'ipocrisia. "Spiace", "Purtroppo paga sempre l'allenatore"... La fiera dell'ovvio, del marciume che permea il pensiero italico dove è sempre colpa degli altri.
E' ora di finirla.
Che si prendano delle responsabilità anche gli [epiteto a piacere] che scendono in campo.
I signori nagatomo (che strano, quando c'è da far fuori un allenatore è sempre in prima linea: ancora non lo dimentico il blocco in movimento su Handa in quel tremendo Inter-udinese di qualche anno fa), santon, medel e compagnia cantante.
Gente ben conscia del fatto che, con De Boer sulla panchina da inzio stagione, non sarebbe qui a funestare le nostre domeniche.

A casa mia, uno con un minimo di orgoglio, sputerebbe sangue per far cambiare idea all'allenatore. Mangerebbe l'erba per dimostrare di essere da Inter. E invece... Molli, distratti, senza voglia. Indegni di questa maglia. Indegni. 
Potessi, vi manderei domani a raccogliere riso nel Sichuan, altro che i modelli per brooks brothers.
Però hey! Il problema per la società è Icardi che scrive l'autobiografia, non le prestazioni vergognose di gente che ruba lo stipendio.
Il problema, e voglio sia chiaro, non è vincere o perdere, anche se perdere fa sempre girare le ovaie in maniera prepotente. Una sconfitta come quella di roma - al netto che jovetic lo vorrei trovare cadavere - ci può stare.
Lo schifo visto oggi no. No.

Eppure, come sempre, il solito discorso: chi succederà a De Boer?
Come sempre, l'ipocrisia impera. "Non si possono cacciare tutti, paga uno". Per poi ricominciare daccapo?


Certa gente ha bisogno di entrare nell'ordine di idee che si è professionisti sempre, non solo quando si vanno a chiedere i premi-scudetto dopo avere battuto i gobbi.
Comincia a multarli per ogni minima minchiata, falli rigare dritto, toccali nel portafoglio e vedrai finalmente questi omuncoli correre e sbattersi.
E, soprattutto, dimostra loro che non valgono niente.
Fanno gli stronzi? Fuori rosa, al minimo dello stipendio. Schifo per schifo, facciamo giocare i ragazzini: magari si perde uguale, ma almeno vedremo gente con grinta in campo.

E' ora di finirla. 

Sarebbe una nuova era nel mondo del calcio, una società che prende posizione ricordando chi paga lo stipendio e la dedizione che è DOVUTA alla nostra maglia.

Non ti sta bene? Quella è la porta.

Si dice sempre che ci vogliono i progetti, che bisogna avere pazienza eppure si manda sempre tutto in vacca alla prima occasione, scegliendo la strada più semplice senza garanzia di successo, che questi qua sarebbero capace di far fuori altri 10 allenatori in una stagione.

Bene, vorrei che la mia Inter fosse un esempio anche in questo ma da una società dilaniata dalle lotte intestine per cercare di salvaguardare il proprio cadreghino in vista del nuovo assetto societario post-installazione di Zhang junior mi aspetto francamente poco,specie dopo le ultime figure di m*erda.

Perchè, parliamoci chiaro.
Il problema non è psicologico, non serve la scossa. Non serve un motivatore.
Servono [metaforicamente parlando] le cinghiate.



17 ottobre 2016

Il caso Icardi: elogio e martirio della follia

Bene. Non so da che parte cominciare.
Ma devo necessariamente dire la mia su quanto accaduto ieri.

Ordunque, Mauro Icardi scrive la sua autobiografia.


Che cazzo avrà da scrivere a 23 anni non lo so. Io, al massimo, avrei potuto raccontare dei cornetti Nutella e panna montata trangugiati alle 4 del mattino al "Popolo della notte", nota cornetteria di Pescara. Una roba di cui non fotte una sega a nessuno. E infatti, nessuno mi ha offerto di scrivere un libro.

A lui qualcuno lo ha offerto. Lo avranno ben pagato, valutando congruo l'investimento e bene ha fatto lui ad accettare. Molto meno bene (leggi: una minchiata galattica) ha fatto a rivangare quell'episodio ma è un calciatore con una sensibilità alle dinamiche della comunicazione pari a quelle di un bradipo randagio.

Una settimana dopo l'uscita del libro, la curva si accorge di come viene riportato il famoso episodio della maglia rilanciata post sconfitta col Sassuolo. si parla di onore, offese e quant'altro.
Premessa: se davvero si vuole "il bene dell'Inter", a casa mia, si soprassiede. si mette a tacere il proprio ego ipertrofico, si protesta - questo certamente perchè è nel diritto di ciascuno - ma finisce li. Tra l'altro, il disco del "noi andiamo in trasferta etc. etc." va bene ma nessuno vi obbliga. Se si fa una cosa per amore, non la si rinfaccia. Appunto, perchè l'amore non dovrebbe prevedere una contropartita. Ma ok. non divaghiamo.
D'altra parte, visto che il motivo del contendere secondo i signori della curva era la presenza del famoso bambino cui viene strappata la maglia e non la frase sui delinquenti argentini (frase della quale lo stesso Icardi si pente due righe dopo dicendo HO SBAGLIATO) posso capire il puntiglio. Girerebbe il culo anche a me se mi attribuissero un episodio così se non fosse mai accaduto. Diverse persone che conosco erano li e mi dicono (già me lo dissero allora) che non ci fosse nessun bambino: non ho motivo per non crederci e loro non hanno motivo di raccontare una balla.

A margine: piantatela di cagare il cazzo sulla gravissima frase dei delinquenti: se uno ammette di avere sbagliato nello stesso paragrafo sta semplicemente riferendo un episodio. E' come se io dicessi "detti della stronza a mia zia sbagliando in pieno": spacchereste la minchia perchè quelle cose non si dicono alle zie o prendereste in esame il fatto che si, ho detto una cosa brutta ma mi sono resa conto di avere commesso un errore? Ecco.

Ma torniamo ai fatti di ieri. Certo, magari la contestazione la avrei evitata a partita in corso ma ok. Questa menzogna non può passare sotto silenzio. A questo proposito, magari, sarebbe stato meglio far vertere il comunicato solo su quello, smentendo la cosa minuziosamente ed evitando peana su onore, rispetto che mancava solo l'ingresso in scena di Gabriel Garko nel ruolo di Tonio Fortebracci.

Solo che poi vedo lo striscione sotto casa di Icardi (bella mossa, complimenti!) e i dubbi sui motivi della contestazione mi vengono, visto che fa riferimento proprio alla frase che, in teoria, non era oggetto del contendere e della quale Icardi si scusa già nel libro.
Per alcuni sarà davvero così e non lo discuto ma chi ha messo quello striscione con quella frase non rende davvero un buon servizio alla causa di chi, invece, vuole che salti fuori la verità su un episodio mai verificatosi. E ripeto, io mi sarei focalizzata solo su quello, dettagliandolo scientificamente: altro che proclami anni '80 che già indispongono i normali ascoltatori.

E si arriva a ieri, in un clima surreale. La curva insulta Icardi (non tutta, ho visto parecchi in silenzio sui cori), il resto dello stadio fischia e insulta la curva. Vorrei peraltro smentire chi afferma che i fischi al rigore fossero preordinati: gli insulti ci sono stati, diversi fischi anche ma nulla di lanciato dai capi, come qualcuno ha lasciato intendere. Ero li quindi lo so.
Un clima surreale, comunque.

Lo stadio, la tifoseria, sono divisi.

Ed ecco che si palesa il vicepresidente che rilascia quelle dichiarazioni che non sto nemmeno a riportare altrimenti mi sale il crimine e bestemmio subito di prima mattina, seguito dall'altro genio che "il libro mica l'ha letto" e, dulcis in fundo, dichiarando di fatto di fottersene dell'opinione della maggioranza di chi era allo stadio (tifosi paganti tanto quanto) si schierano coi "tifosi offesi" e promettono provvedimenti.


Davvero.
Mi state pigliando per il culo?
Dove cazzo eravate voi, mentre Icardi scriveva il libro? Perchè mi pare alquanto improbabile che non lo sapeste, considerato che il vostro tesserato ha partecipato ad un evento non proprio minuscolo per il lancio del prossimo best seller in Italia.
Se davvero non lo avevate autorizzato, come dice quel [epiteto a piacere] di mazzola, dovevate bloccare l'uscita del libro.
Ma appunto, non mi pare questo il caso.


Se invece ve ne siete fregati beh, caro Piero, chi è causa del suo mal pianga se stesso.
Non puoi abbandonare il tuo maggiore investimento nella merda (peraltro, dovresti difenderlo a prescindere se hai un minimo di sale in zucca) e appecoronarti a una minoranza. Semplicemente, non puoi.

Ma detto questo, torniamo alla prima e speriamo ultima fatica letteraria di Maurito.

Ora, a me è capitato di seguire l'editing di un libro. Alcuni colleghi furono contattati da una importante casa editrice per collaborare alla stesura di un libro. Vi dico solo che abbiamo (io e la mia capa) passato al setaccio quei capitoli cinque volte. C I N Q U E.


Cinque revisioni, proprio perchè non puoi lasciare nulla al caso quando c'è di mezzo la tua immagine.
Passate al setaccio, virgole, potenziali sottintesi. Tutto.
Stesso trattamento subivano i redazionali, le interviste, gli articoli... Non usciva nulla che non fosse stato approvato col sangue da noi. Ed è giusto e doveroso che sia così.
Non vi dico lo sbattimento perchè non è il massimo prevedere anche le potenziali reazioni più perverse ad una frase ma fa parte del lavoro e va fatto bene.
Qui, questa viglianza è mancata del tutto.


A me frega zero che Ausilio in persona non abbia letto il libro ma non può scaricare tutto su Icardi per una culpa in vigilando della società. Semplicemente, non puoi.
Io sarei finita a pulire i cessi se avessi fatto un danno simile.

Perchè Icardi dimostra di essere un prototipo di pirla nel rivangare quell'episodio: da capitano dell'Inter dovresti avere una sensibilità maggiore su cosa dire o non dire viste anche le vicende estive che già un problema non di poco conto avevano creato, complice anche la maldestra gestione mediatica della sua "procuradora" ma chi glielo ha permesso ha fatto anche di peggio. Però si, vabbeh, lo stronzo è lui. 'Sta cosa è bellissima.

Cara Inter, io non so che provvedimenti intendiate prendere. Ma forse - forse - sarebbe meglio riflettere prima di accontentare una parte minoritaria del tifo accreditandola come "i tifosi", fottendosene bellamente di chi si è fatto sentire e ha dimostrato di avere una opinione diversa. Accreditare un qualsiasi interlocutore è molto pericoloso perchè presti poi il fianco a qualsiasi potenziale rivendicazione futura.
E se davvero verranno confermate le indiscrezioni di oggi beh... La mia reazione sarà più o meno questa.



Chiosa in chiusura: divertente come nemmeno la più bieca delle PI lo avesse tirato fuori, ci abbiamo pensato noi.




11 ottobre 2016

L'assegnazione che non c'è: quando la disinformazione regna sovrana

E ci risiamo!
Levano (sacrosantamente) gli scudetti a siena e riparte la patetica polemica della gobbaglia.

Torniamo un attimo indietro: Deo gratias, il tribunale federale della Fip ha disposto nei confronti della mens sana siena la revoca degli scudetti relativi alle stagioni sportive 2011-2012 e 2012-2013, delle Coppe Italia 2012 e 2013 e della Supercoppa 2013.
I giudici federali hanno così accolto le richieste della procura, che aveva sollecitato tali provvedimenti nel processo sportivo avviato nei confronti della dirigenza del club, accusata di ricettazione, associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e bancarotta fraudolenta.

Tra l’altro, e qui la cosa fa riderissimo, sono passate in cavalleria le telefonate di minucci agli arbitri (vi ricorda niente?), archiviate dal procuratore federale alabiso, il cui sosia è stato visto in finale scudetto 2013 esultare come un ultrà nel parterre, a siena. Ma appunto, un sosia!

Altra cosa che fa riderissimo, e qui cito il comunicato senese: “Non esiste, in ogni caso, nesso causale tra i fatti contestati dalla Procura e l’esito dei campionati. I titoli sono stati correttamente e faticosamente conquistati sul campo, grazie sia al sostegno e alla passione dei tifosi, che all’impegno dei giocatori che hanno profuso energie e dato spettacolo in campo con qualità individuali e di squadra che sono state unanimemente riconosciute, recentemente anche dal Presidente della principale rivale di quegli anni.”.

No certo, non esiste nessun nesso causale tra l’avere pagato in nero giocatori che in condizioni normali non avresti mai potuto schierare e le vittorie conquistate da questi ultimi. Pagando le tasse, non te li saresti potuti permettere. A casa mia, questo equivale al doping. Né più, né meno.

 Ma chiariti i fatti, torniamo agli amici di tuttosport che ci raccontano come (cito più o meno): gli scudetti si revocano e non vengono assegnati; unica eccezione l’Inter nel 2006, con una bellissima foto del consulente degli agnelli Guido Rossi a fare da contorno.

Ora, io capisco che la disperazione porti a tutto pur di mantenere lo zoccolo duro di lettori evidentemente privi di un qualsiasi neurone funzionante ma credo che a tutto ci sia ul limite. Un limite dato dalla professionalità. Chi afferma una cosa simile ha due possibilità: ignora i fatti e questo è gravissimo per chi, di mestiere, fa INFORMAZIONE o sa perfettamente come sono andate le cose ma, in totale malafede, decide di vendere una “verità” diversa per allisciarsi un pubblico che non vuole vedersi sbattere in faccia la verità ma cullato nella menzogna del copia ed incolla rosikamaaloxpreskritti.

E quindi mi son detta: Baderla, qui ti tocca provare a spiegare la cosa, almeno a certi interisti che vanno dietro a questi deliri. Partiamo da un punto: lo scudetto REVOCATO non è quello del 2006 ma quello del 2005, come da albo d’oro della federazione. Scudetto revocato e NON ASSEGNATO a nessuno, come troppi fingono di non sapere.
 Infatti, secondo l art. 13, comma 1, lettera i del Codice di Giustizia Sportiva, se la sanzione viene comminata quando è già in pieno svolgimento la stagione agonistica successiva, è necessariamente una sanzione a sé stante, che non comporta la riformulazione della classifica del campionato relativo, dato che tale classifica ha già spiegato compiutamente tutti i suoi effetti sulla stagione successiva, in particolare per le retrocessioni e per la partecipazione alle competizioni UEFA.

Leggete bene: partecipazione alle competizioni UEFA. 

Ecco perché cambia, e parecchio, il discorso del 2006.

Partiamo da questo innegabile postulato: nessuno ha assegnato lo scudetto all'Inter.


Vediamo cosa accadeva in quei giorni.
 Era terminato il campionato e la UEFA necessitava di una classifica per formalizzare l’iscrizione delle squadre italiane alle coppe. Serviva una classifica.
E cosa accadde alla classifica? Semplice: fu riformulata sulla base delle penalizzazioni inflitte come sanzione disciplinare a carico di alcune società, secondo quanto disposto art. 13, comma 1, lettera f. del CGS.
Tutto qui.

A questo punto, entra in gioco l’art.49 delle NOIF che così recita:
1. I Campionati delle diverse categorie, demandati alla organizzazione delle Leghe, sono regolati secondo il seguente ordinamento:
a) Lega Nazionale Professionisti Serie A: Girone unico di 20 squadre. Serie B: Girone unico di 22 squadre. La squadra prima classificata della Serie A è proclamata vincente del Campionato ed acquisisce il titolo di Campione d'Italia.


In nessun punto del regolamento viene fatta una distinzione tra l’ipotesi in cui la posizione in classifica sia ottenuta esclusivamente sul campo e l’ipotesi in cui venga acquisita a seguito di sanzioni penalizzanti la classifica propria o di altre squadre.

Prima che spacchiate la minchia con la proclamazione vi stoppo ricordandovi che la FIGC NON EMETTE MAI alcun atto formale di proclamazione del vincitore del campionato di Serie A e di assegnazione del titolo di campione d’Italia.


Questo, quindi, conferma l’interpretazione secondo la quale, nella formulazione dell’art. 49 delle NOIF, l’uso del termine “acquisisce” fa discendere automaticamente l’acquisizione del titolo di campione d’Italia dal primo posto nella classifica della Serie A.

Cosa ne deduciamo, almeno noi che abbiamo due neuroni funzionanti?
Semplice!

Nessuno scudetto è stato ASSEGNATO.
L’Inter ha vinto in virtù della nuova classifica, modificata in seguito alle penalizzazioni inflitte alle squadre implicate in calciopoli. Punto.
Nessun atto, nessuna assegnazione: niente di niente. Anzi, in assenza di una apposita delibera federale di NON assegnazione, il primo posto in classifica automaticamente dà il diritto di fregiarsi del titolo di Campione d’Italia.

Di che cazzo parliamo, esattamente?



P.S. La decisione di NON assegnare il campionato, come ben illustrava il parere dei saggi, avrebbe potuto essere presa solo se vi fosse stato l'inequivocabile sospetto che TUTTO il campionato fosse falsato. Su quel campionato non vi erano prove certe (intercettazioni et similia) pertanto nulla si è potuto decidere in merito ad una non assegnazione.A meno che, cari gobbi, non vogliate confessare...

L'assegnazione che non c'è: quando la disinformazione regna sovrana

E ci risiamo!
Levano (sacrosantamente) gli scudetti a siena e riparte la patetica polemica della gobbaglia.

Torniamo un attimo indietro: Deo gratias, il tribunale federale della Fip ha disposto nei confronti della mens sana siena la revoca degli scudetti relativi alle stagioni sportive 2011-2012 e 2012-2013, delle Coppe Italia 2012 e 2013 e della Supercoppa 2013.
I giudici federali hanno così accolto le richieste della procura, che aveva sollecitato tali provvedimenti nel processo sportivo avviato nei confronti della dirigenza del club, accusata di ricettazione, associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e bancarotta fraudolenta.

Tra l’altro, e qui la cosa fa riderissimo, sono passate in cavalleria le telefonate di minucci agli arbitri (vi ricorda niente?), archiviate dal procuratore federale alabiso, il cui sosia è stato visto in finale scudetto 2013 esultare come un ultrà nel parterre, a siena. Ma appunto, un sosia!

Altra cosa divertentissima: il comunicato senese: “Non esiste, in ogni caso, nesso causale tra i fatti contestati dalla Procura e l’esito dei campionati. I titoli sono stati correttamente e faticosamente conquistati sul campo, grazie sia al sostegno e alla passione dei tifosi, che all’impegno dei giocatori che hanno profuso energie e dato spettacolo in campo con qualità individuali e di squadra che sono state unanimemente riconosciute, recentemente anche dal Presidente della principale rivale di quegli anni.”.

No certo, non esiste nessun nesso causale tra l’avere pagato in nero giocatori che in condizioni normali non avresti mai potuto schierare e le vittorie conquistate da questi ultimi. Pagando le tasse, non te li saresti potuti permettere. A casa mia, questo equivale al doping. Né più, né meno.

Ma chiariti i fatti, torniamo agli amici di tuttosport che ci raccontano come (cito più o meno): gli scudetti si revocano e non vengono assegnati; unica eccezione l’Inter nel 2006, con una bellissima foto del consulente degli agnelli Guido Rossi a fare da contorno.

Ora, io capisco che la disperazione porti a tutto pur di mantenere lo zoccolo duro di lettori evidentemente privi di un qualsiasi neurone funzionante ma credo che a tutto ci sia ul limite. Un limite dato dalla professionalità. Chi afferma una cosa simile ha due possibilità: ignora i fatti e questo è gravissimo per chi, di mestiere, fa INFORMAZIONE o sa perfettamente come sono andate le cose ma, in totale malafede, decide di vendere una “verità” diversa per allisciarsi un pubblico che non vuole vedersi sbattere in faccia la verità ma cullato nella menzogna del copia ed incolla rosikamaaloxpreskritti.

E quindi mi son detta: Baderla, qui ti tocca provare a spiegare la cosa, almeno a certi interisti che vanno dietro a questi deliri. Partiamo da un punto: lo scudetto REVOCATO non è quello del 2006 ma quello del 2005, come da albo d’oro della federazione. Scudetto revocato e NON ASSEGNATO a nessuno, come troppi fingono di non sapere.
Infatti, secondo l art. 13, comma 1, lettera i del Codice di Giustizia Sportiva, se la sanzione viene comminata quando è già in pieno svolgimento la stagione agonistica successiva, è necessariamente una sanzione a sé stante, che non comporta la riformulazione della classifica del campionato relativo, dato che tale classifica ha già spiegato compiutamente tutti i suoi effetti sulla stagione successiva, in particolare per le retrocessioni e per la partecipazione alle competizioni UEFA.

Leggete bene: partecipazione alle competizioni UEFA. 

Ecco perché cambia, e parecchio, il discorso del 2006.

Partiamo da questo innegabile postulato: nessuno ha assegnato lo scudetto all'Inter.


Vediamo cosa accadeva in quei giorni.
Era terminato il campionato e la UEFA necessitava di una classifica per formalizzare l’iscrizione delle squadre italiane alle coppe. Serviva una classifica.
E cosa accadde alla classifica? Semplice: fu riformulata sulla base delle penalizzazioni inflitte come sanzione disciplinare a carico di alcune società, secondo quanto disposto art. 13, comma 1, lettera f. del CGS.
Tutto qui.

A questo punto, entra in gioco l’art.49 delle NOIF che così recita:
1. I Campionati delle diverse categorie, demandati alla organizzazione delle Leghe, sono regolati secondo il seguente ordinamento:
a) Lega Nazionale Professionisti Serie A: Girone unico di 20 squadre. Serie B: Girone unico di 22 squadre. La squadra prima classificata della Serie A è proclamata vincente del Campionato ed acquisisce il titolo di Campione d'Italia.


In nessun punto del regolamento viene fatta una distinzione tra l’ipotesi in cui la posizione in classifica sia ottenuta esclusivamente sul campo e l’ipotesi in cui venga acquisita a seguito di sanzioni penalizzanti la classifica propria o di altre squadre.

Prima che spacchiate la minchia con la proclamazione vi stoppo ricordandovi che la FIGC NON EMETTE MAI alcun atto formale di proclamazione del vincitore del campionato di Serie A e di assegnazione del titolo di campione d’Italia.


Questo, quindi, conferma l’interpretazione secondo la quale, nella formulazione dell’art. 49 delle NOIF, l’uso del termine “acquisisce” fa discendere automaticamente l’acquisizione del titolo di campione d’Italia dal primo posto nella classifica della Serie A.

Cosa ne deduciamo, almeno noi che abbiamo due neuroni funzionanti?
Semplice!

Nessuno scudetto è stato ASSEGNATO.
L’Inter ha vinto in virtù della nuova classifica, modificata in seguito alle penalizzazioni inflitte alle squadre implicate in calciopoli. Punto.
Nessun atto, nessuna assegnazione: niente di niente. Anzi, in assenza di una apposita delibera federale di NON assegnazione, il primo posto in classifica automaticamente dà il diritto di fregiarsi del titolo di Campione d’Italia.

Di che cazzo parliamo, esattamente?