15 dicembre 2016

Perchè siamo fratelli del mondo, ma pure d'Italia

Solo due parole per comunicarvi i risultati della raccolta fondi promossa dai Belli de' Roma di cui vi avevo parlato (se non avete contribuito, l'anatemaH è in arrivo).

Ecco cosa scrivono sul loro sito:


La raccolta si è conclusa ieri con la Festa del Natale Nerazzuro dell’Inter Club Bellideroma. Il Club anche grazie al supporto di Bauscia Café,Dopolavoro Inter, Il Malpensante, Sorella Baderla e giacintofacchetti.org ha raccolto oltre 4.000 euro con i quali abbiamo acquistato un Fuoristrada a Carlo Grossi, infermiere di Amatrice che nel terremoto dello scorso 24 agosto ha perso i sue due figli Franco e Anna.
Carlo che da anni collabora con l’Associazione Nazionale Carabinieri e la Protezione Civile si è messo a disposizione al di fuori del suo orario di lavoro per trasportare persone e beni per chiunque sia in difficoltà e viva ancora in condizioni disagiate nelle zone terremotate del Lazio.
Ha già iniziato ad utilizzare l’automezzo per le persone che non potendosi muovere da Amatrice necessitano di generi particolari come attrezzature mediche e alimenti particolari che in questo periodo non si possono trovare con facilità.
Sull’automezzo siamo particolarmente orgogliosi di avere in bella evidenza anche il nostro logo che in questa occasione rappresenta la grandissima generosità di tutti gli iscritti al Club e di anche chi solo per pura generosità ancora una volta ha fatto capire quanto siano grandi i cuori nerazzurri!
Grazie ancora a tutti per la fantastica collaborazione.
Elzo Salustri e Pierluigi Frezza consegnano a Carlo Grossi (al centro) il fuoristrada dei Bellideroma!




Siamo bellissimi!!!!

23 ottobre 2016

A.A.A. Dignità cercasi

Non so da che parte cominciare.
Anzi si.


Detto questo, in preda ad una incazzatura che manco Napoleone a Waterloo, passo ad esprimere in queste poche righe il mio pensiero.

Veniamo da una settimana in cui il nostro allenatore è stato massacrato e dileggiato oltre ogni limite. Prima parentesi: vorrei proprio vederlo caressa fare una intervista in inglese. Anzi no,l'ho visto. Tagliò 3/4 di discorso perchè non aveva capito. E taccio del modo in cui si espresse: google translate fa molto meglio.
De Boer dileggiato, offeso... Trattato da coglione. Peraltro, avrebbe pareggiato, oggi, se doveri non ci avesse messo lo zampino come suo uso ma non siamo qui a parlare di questo.
Dicevo... Avrei apprezzato che Ausilio, nell'intevista pre-partita di oggi, avesse messo nel difenderlo metà della grinta spesa domenica per attaccare Icardi ma tant'è. Capisco che in vista di un cda bisogna tenersi aperte tutte le porte.

Lo scorso anno l'inizio di allegri fu simile al nostro; peggio, in proporzione, se consideriamo la rosa della j*ve e l'avere iniziato la stagione senza ritardi, Eppure.. tutti zitti.

E già qui sale il crimine, specie quando leggi i soliti interisti che si commuovono pensando a Mou cadere vittime della PI che, a parole, tanto aborriscono.
Ma tant'è. Mi sono quasi stancata di ripeterlo.

Oggi, a bergamo, va in scena uno spettacolo indegno.


Perdiamo. In maniera indegna.
Certo, anche l'allenatore ha le sue colpe. Succede quasi sempre, quando si perde. Certo, sono colpe a posteriori. Prima, non puoi mai saperlo.
E' un po' come il famoso "tira! tira!" [palla al terzo anello] "cazzo tiri, stronzo?".
Che poi la formazione era sbagliata, i cambi pure... Rega' ficcatevi in testa che non abbiamo Ibra e Cristiano Ronaldo in panchina eh. Con certi soggetti, come fai, sbagli.

[licenza poetica]

Dicevo. Parte il "dagli al De Boer".
Tutti a criticare caressa a parole: nei fatti, come se non peggio di lui.
Ho letto cose vomitevoli, indegne di chi professa una presunta superiorità morale nei confronti dei gobbi: certe parole vi pongono al loro livello, se non peggio.

E ovviamente, va in onda la fiera dell'ipocrisia. "Spiace", "Purtroppo paga sempre l'allenatore"... La fiera dell'ovvio, del marciume che permea il pensiero italico dove è sempre colpa degli altri.
E' ora di finirla.
Che si prendano delle responsabilità anche gli [epiteto a piacere] che scendono in campo.
I signori nagatomo (che strano, quando c'è da far fuori un allenatore è sempre in prima linea: ancora non lo dimentico il blocco in movimento su Handa in quel tremendo Inter-udinese di qualche anno fa), santon, medel e compagnia cantante.
Gente ben conscia del fatto che, con De Boer sulla panchina da inzio stagione, non sarebbe qui a funestare le nostre domeniche.

A casa mia, uno con un minimo di orgoglio, sputerebbe sangue per far cambiare idea all'allenatore. Mangerebbe l'erba per dimostrare di essere da Inter. E invece... Molli, distratti, senza voglia. Indegni di questa maglia. Indegni. 
Potessi, vi manderei domani a raccogliere riso nel Sichuan, altro che i modelli per brooks brothers.
Però hey! Il problema per la società è Icardi che scrive l'autobiografia, non le prestazioni vergognose di gente che ruba lo stipendio.
Il problema, e voglio sia chiaro, non è vincere o perdere, anche se perdere fa sempre girare le ovaie in maniera prepotente. Una sconfitta come quella di roma - al netto che jovetic lo vorrei trovare cadavere - ci può stare.
Lo schifo visto oggi no. No.

Eppure, come sempre, il solito discorso: chi succederà a De Boer?
Come sempre, l'ipocrisia impera. "Non si possono cacciare tutti, paga uno". Per poi ricominciare daccapo?


Certa gente ha bisogno di entrare nell'ordine di idee che si è professionisti sempre, non solo quando si vanno a chiedere i premi-scudetto dopo avere battuto i gobbi.
Comincia a multarli per ogni minima minchiata, falli rigare dritto, toccali nel portafoglio e vedrai finalmente questi omuncoli correre e sbattersi.
E, soprattutto, dimostra loro che non valgono niente.
Fanno gli stronzi? Fuori rosa, al minimo dello stipendio. Schifo per schifo, facciamo giocare i ragazzini: magari si perde uguale, ma almeno vedremo gente con grinta in campo.

E' ora di finirla. 

Sarebbe una nuova era nel mondo del calcio, una società che prende posizione ricordando chi paga lo stipendio e la dedizione che è DOVUTA alla nostra maglia.

Non ti sta bene? Quella è la porta.

Si dice sempre che ci vogliono i progetti, che bisogna avere pazienza eppure si manda sempre tutto in vacca alla prima occasione, scegliendo la strada più semplice senza garanzia di successo, che questi qua sarebbero capace di far fuori altri 10 allenatori in una stagione.

Bene, vorrei che la mia Inter fosse un esempio anche in questo ma da una società dilaniata dalle lotte intestine per cercare di salvaguardare il proprio cadreghino in vista del nuovo assetto societario post-installazione di Zhang junior mi aspetto francamente poco,specie dopo le ultime figure di m*erda.

Perchè, parliamoci chiaro.
Il problema non è psicologico, non serve la scossa. Non serve un motivatore.
Servono [metaforicamente parlando] le cinghiate.



17 ottobre 2016

Il caso Icardi: elogio e martirio della follia

Bene. Non so da che parte cominciare.
Ma devo necessariamente dire la mia su quanto accaduto ieri.

Ordunque, Mauro Icardi scrive la sua autobiografia.


Che cazzo avrà da scrivere a 23 anni non lo so. Io, al massimo, avrei potuto raccontare dei cornetti Nutella e panna montata trangugiati alle 4 del mattino al "Popolo della notte", nota cornetteria di Pescara. Una roba di cui non fotte una sega a nessuno. E infatti, nessuno mi ha offerto di scrivere un libro.

A lui qualcuno lo ha offerto. Lo avranno ben pagato, valutando congruo l'investimento e bene ha fatto lui ad accettare. Molto meno bene (leggi: una minchiata galattica) ha fatto a rivangare quell'episodio ma è un calciatore con una sensibilità alle dinamiche della comunicazione pari a quelle di un bradipo randagio.

Una settimana dopo l'uscita del libro, la curva si accorge di come viene riportato il famoso episodio della maglia rilanciata post sconfitta col Sassuolo. si parla di onore, offese e quant'altro.
Premessa: se davvero si vuole "il bene dell'Inter", a casa mia, si soprassiede. si mette a tacere il proprio ego ipertrofico, si protesta - questo certamente perchè è nel diritto di ciascuno - ma finisce li. Tra l'altro, il disco del "noi andiamo in trasferta etc. etc." va bene ma nessuno vi obbliga. Se si fa una cosa per amore, non la si rinfaccia. Appunto, perchè l'amore non dovrebbe prevedere una contropartita. Ma ok. non divaghiamo.
D'altra parte, visto che il motivo del contendere secondo i signori della curva era la presenza del famoso bambino cui viene strappata la maglia e non la frase sui delinquenti argentini (frase della quale lo stesso Icardi si pente due righe dopo dicendo HO SBAGLIATO) posso capire il puntiglio. Girerebbe il culo anche a me se mi attribuissero un episodio così se non fosse mai accaduto. Diverse persone che conosco erano li e mi dicono (già me lo dissero allora) che non ci fosse nessun bambino: non ho motivo per non crederci e loro non hanno motivo di raccontare una balla.

A margine: piantatela di cagare il cazzo sulla gravissima frase dei delinquenti: se uno ammette di avere sbagliato nello stesso paragrafo sta semplicemente riferendo un episodio. E' come se io dicessi "detti della stronza a mia zia sbagliando in pieno": spacchereste la minchia perchè quelle cose non si dicono alle zie o prendereste in esame il fatto che si, ho detto una cosa brutta ma mi sono resa conto di avere commesso un errore? Ecco.

Ma torniamo ai fatti di ieri. Certo, magari la contestazione la avrei evitata a partita in corso ma ok. Questa menzogna non può passare sotto silenzio. A questo proposito, magari, sarebbe stato meglio far vertere il comunicato solo su quello, smentendo la cosa minuziosamente ed evitando peana su onore, rispetto che mancava solo l'ingresso in scena di Gabriel Garko nel ruolo di Tonio Fortebracci.

Solo che poi vedo lo striscione sotto casa di Icardi (bella mossa, complimenti!) e i dubbi sui motivi della contestazione mi vengono, visto che fa riferimento proprio alla frase che, in teoria, non era oggetto del contendere e della quale Icardi si scusa già nel libro.
Per alcuni sarà davvero così e non lo discuto ma chi ha messo quello striscione con quella frase non rende davvero un buon servizio alla causa di chi, invece, vuole che salti fuori la verità su un episodio mai verificatosi. E ripeto, io mi sarei focalizzata solo su quello, dettagliandolo scientificamente: altro che proclami anni '80 che già indispongono i normali ascoltatori.

E si arriva a ieri, in un clima surreale. La curva insulta Icardi (non tutta, ho visto parecchi in silenzio sui cori), il resto dello stadio fischia e insulta la curva. Vorrei peraltro smentire chi afferma che i fischi al rigore fossero preordinati: gli insulti ci sono stati, diversi fischi anche ma nulla di lanciato dai capi, come qualcuno ha lasciato intendere. Ero li quindi lo so.
Un clima surreale, comunque.

Lo stadio, la tifoseria, sono divisi.

Ed ecco che si palesa il vicepresidente che rilascia quelle dichiarazioni che non sto nemmeno a riportare altrimenti mi sale il crimine e bestemmio subito di prima mattina, seguito dall'altro genio che "il libro mica l'ha letto" e, dulcis in fundo, dichiarando di fatto di fottersene dell'opinione della maggioranza di chi era allo stadio (tifosi paganti tanto quanto) si schierano coi "tifosi offesi" e promettono provvedimenti.


Davvero.
Mi state pigliando per il culo?
Dove cazzo eravate voi, mentre Icardi scriveva il libro? Perchè mi pare alquanto improbabile che non lo sapeste, considerato che il vostro tesserato ha partecipato ad un evento non proprio minuscolo per il lancio del prossimo best seller in Italia.
Se davvero non lo avevate autorizzato, come dice quel [epiteto a piacere] di mazzola, dovevate bloccare l'uscita del libro.
Ma appunto, non mi pare questo il caso.


Se invece ve ne siete fregati beh, caro Piero, chi è causa del suo mal pianga se stesso.
Non puoi abbandonare il tuo maggiore investimento nella merda (peraltro, dovresti difenderlo a prescindere se hai un minimo di sale in zucca) e appecoronarti a una minoranza. Semplicemente, non puoi.

Ma detto questo, torniamo alla prima e speriamo ultima fatica letteraria di Maurito.

Ora, a me è capitato di seguire l'editing di un libro. Alcuni colleghi furono contattati da una importante casa editrice per collaborare alla stesura di un libro. Vi dico solo che abbiamo (io e la mia capa) passato al setaccio quei capitoli cinque volte. C I N Q U E.


Cinque revisioni, proprio perchè non puoi lasciare nulla al caso quando c'è di mezzo la tua immagine.
Passate al setaccio, virgole, potenziali sottintesi. Tutto.
Stesso trattamento subivano i redazionali, le interviste, gli articoli... Non usciva nulla che non fosse stato approvato col sangue da noi. Ed è giusto e doveroso che sia così.
Non vi dico lo sbattimento perchè non è il massimo prevedere anche le potenziali reazioni più perverse ad una frase ma fa parte del lavoro e va fatto bene.
Qui, questa viglianza è mancata del tutto.


A me frega zero che Ausilio in persona non abbia letto il libro ma non può scaricare tutto su Icardi per una culpa in vigilando della società. Semplicemente, non puoi.
Io sarei finita a pulire i cessi se avessi fatto un danno simile.

Perchè Icardi dimostra di essere un prototipo di pirla nel rivangare quell'episodio: da capitano dell'Inter dovresti avere una sensibilità maggiore su cosa dire o non dire viste anche le vicende estive che già un problema non di poco conto avevano creato, complice anche la maldestra gestione mediatica della sua "procuradora" ma chi glielo ha permesso ha fatto anche di peggio. Però si, vabbeh, lo stronzo è lui. 'Sta cosa è bellissima.

Cara Inter, io non so che provvedimenti intendiate prendere. Ma forse - forse - sarebbe meglio riflettere prima di accontentare una parte minoritaria del tifo accreditandola come "i tifosi", fottendosene bellamente di chi si è fatto sentire e ha dimostrato di avere una opinione diversa. Accreditare un qualsiasi interlocutore è molto pericoloso perchè presti poi il fianco a qualsiasi potenziale rivendicazione futura.
E se davvero verranno confermate le indiscrezioni di oggi beh... La mia reazione sarà più o meno questa.



Chiosa in chiusura: divertente come nemmeno la più bieca delle PI lo avesse tirato fuori, ci abbiamo pensato noi.




11 ottobre 2016

L'assegnazione che non c'è: quando la disinformazione regna sovrana

E ci risiamo!
Levano (sacrosantamente) gli scudetti a siena e riparte la patetica polemica della gobbaglia.

Torniamo un attimo indietro: Deo gratias, il tribunale federale della Fip ha disposto nei confronti della mens sana siena la revoca degli scudetti relativi alle stagioni sportive 2011-2012 e 2012-2013, delle Coppe Italia 2012 e 2013 e della Supercoppa 2013.
I giudici federali hanno così accolto le richieste della procura, che aveva sollecitato tali provvedimenti nel processo sportivo avviato nei confronti della dirigenza del club, accusata di ricettazione, associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e bancarotta fraudolenta.

Tra l’altro, e qui la cosa fa riderissimo, sono passate in cavalleria le telefonate di minucci agli arbitri (vi ricorda niente?), archiviate dal procuratore federale alabiso, il cui sosia è stato visto in finale scudetto 2013 esultare come un ultrà nel parterre, a siena. Ma appunto, un sosia!

Altra cosa che fa riderissimo, e qui cito il comunicato senese: “Non esiste, in ogni caso, nesso causale tra i fatti contestati dalla Procura e l’esito dei campionati. I titoli sono stati correttamente e faticosamente conquistati sul campo, grazie sia al sostegno e alla passione dei tifosi, che all’impegno dei giocatori che hanno profuso energie e dato spettacolo in campo con qualità individuali e di squadra che sono state unanimemente riconosciute, recentemente anche dal Presidente della principale rivale di quegli anni.”.

No certo, non esiste nessun nesso causale tra l’avere pagato in nero giocatori che in condizioni normali non avresti mai potuto schierare e le vittorie conquistate da questi ultimi. Pagando le tasse, non te li saresti potuti permettere. A casa mia, questo equivale al doping. Né più, né meno.

 Ma chiariti i fatti, torniamo agli amici di tuttosport che ci raccontano come (cito più o meno): gli scudetti si revocano e non vengono assegnati; unica eccezione l’Inter nel 2006, con una bellissima foto del consulente degli agnelli Guido Rossi a fare da contorno.

Ora, io capisco che la disperazione porti a tutto pur di mantenere lo zoccolo duro di lettori evidentemente privi di un qualsiasi neurone funzionante ma credo che a tutto ci sia ul limite. Un limite dato dalla professionalità. Chi afferma una cosa simile ha due possibilità: ignora i fatti e questo è gravissimo per chi, di mestiere, fa INFORMAZIONE o sa perfettamente come sono andate le cose ma, in totale malafede, decide di vendere una “verità” diversa per allisciarsi un pubblico che non vuole vedersi sbattere in faccia la verità ma cullato nella menzogna del copia ed incolla rosikamaaloxpreskritti.

E quindi mi son detta: Baderla, qui ti tocca provare a spiegare la cosa, almeno a certi interisti che vanno dietro a questi deliri. Partiamo da un punto: lo scudetto REVOCATO non è quello del 2006 ma quello del 2005, come da albo d’oro della federazione. Scudetto revocato e NON ASSEGNATO a nessuno, come troppi fingono di non sapere.
 Infatti, secondo l art. 13, comma 1, lettera i del Codice di Giustizia Sportiva, se la sanzione viene comminata quando è già in pieno svolgimento la stagione agonistica successiva, è necessariamente una sanzione a sé stante, che non comporta la riformulazione della classifica del campionato relativo, dato che tale classifica ha già spiegato compiutamente tutti i suoi effetti sulla stagione successiva, in particolare per le retrocessioni e per la partecipazione alle competizioni UEFA.

Leggete bene: partecipazione alle competizioni UEFA. 

Ecco perché cambia, e parecchio, il discorso del 2006.

Partiamo da questo innegabile postulato: nessuno ha assegnato lo scudetto all'Inter.


Vediamo cosa accadeva in quei giorni.
 Era terminato il campionato e la UEFA necessitava di una classifica per formalizzare l’iscrizione delle squadre italiane alle coppe. Serviva una classifica.
E cosa accadde alla classifica? Semplice: fu riformulata sulla base delle penalizzazioni inflitte come sanzione disciplinare a carico di alcune società, secondo quanto disposto art. 13, comma 1, lettera f. del CGS.
Tutto qui.

A questo punto, entra in gioco l’art.49 delle NOIF che così recita:
1. I Campionati delle diverse categorie, demandati alla organizzazione delle Leghe, sono regolati secondo il seguente ordinamento:
a) Lega Nazionale Professionisti Serie A: Girone unico di 20 squadre. Serie B: Girone unico di 22 squadre. La squadra prima classificata della Serie A è proclamata vincente del Campionato ed acquisisce il titolo di Campione d'Italia.


In nessun punto del regolamento viene fatta una distinzione tra l’ipotesi in cui la posizione in classifica sia ottenuta esclusivamente sul campo e l’ipotesi in cui venga acquisita a seguito di sanzioni penalizzanti la classifica propria o di altre squadre.

Prima che spacchiate la minchia con la proclamazione vi stoppo ricordandovi che la FIGC NON EMETTE MAI alcun atto formale di proclamazione del vincitore del campionato di Serie A e di assegnazione del titolo di campione d’Italia.


Questo, quindi, conferma l’interpretazione secondo la quale, nella formulazione dell’art. 49 delle NOIF, l’uso del termine “acquisisce” fa discendere automaticamente l’acquisizione del titolo di campione d’Italia dal primo posto nella classifica della Serie A.

Cosa ne deduciamo, almeno noi che abbiamo due neuroni funzionanti?
Semplice!

Nessuno scudetto è stato ASSEGNATO.
L’Inter ha vinto in virtù della nuova classifica, modificata in seguito alle penalizzazioni inflitte alle squadre implicate in calciopoli. Punto.
Nessun atto, nessuna assegnazione: niente di niente. Anzi, in assenza di una apposita delibera federale di NON assegnazione, il primo posto in classifica automaticamente dà il diritto di fregiarsi del titolo di Campione d’Italia.

Di che cazzo parliamo, esattamente?



P.S. La decisione di NON assegnare il campionato, come ben illustrava il parere dei saggi, avrebbe potuto essere presa solo se vi fosse stato l'inequivocabile sospetto che TUTTO il campionato fosse falsato. Su quel campionato non vi erano prove certe (intercettazioni et similia) pertanto nulla si è potuto decidere in merito ad una non assegnazione.A meno che, cari gobbi, non vogliate confessare...

L'assegnazione che non c'è: quando la disinformazione regna sovrana

E ci risiamo!
Levano (sacrosantamente) gli scudetti a siena e riparte la patetica polemica della gobbaglia.

Torniamo un attimo indietro: Deo gratias, il tribunale federale della Fip ha disposto nei confronti della mens sana siena la revoca degli scudetti relativi alle stagioni sportive 2011-2012 e 2012-2013, delle Coppe Italia 2012 e 2013 e della Supercoppa 2013.
I giudici federali hanno così accolto le richieste della procura, che aveva sollecitato tali provvedimenti nel processo sportivo avviato nei confronti della dirigenza del club, accusata di ricettazione, associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e bancarotta fraudolenta.

Tra l’altro, e qui la cosa fa riderissimo, sono passate in cavalleria le telefonate di minucci agli arbitri (vi ricorda niente?), archiviate dal procuratore federale alabiso, il cui sosia è stato visto in finale scudetto 2013 esultare come un ultrà nel parterre, a siena. Ma appunto, un sosia!

Altra cosa divertentissima: il comunicato senese: “Non esiste, in ogni caso, nesso causale tra i fatti contestati dalla Procura e l’esito dei campionati. I titoli sono stati correttamente e faticosamente conquistati sul campo, grazie sia al sostegno e alla passione dei tifosi, che all’impegno dei giocatori che hanno profuso energie e dato spettacolo in campo con qualità individuali e di squadra che sono state unanimemente riconosciute, recentemente anche dal Presidente della principale rivale di quegli anni.”.

No certo, non esiste nessun nesso causale tra l’avere pagato in nero giocatori che in condizioni normali non avresti mai potuto schierare e le vittorie conquistate da questi ultimi. Pagando le tasse, non te li saresti potuti permettere. A casa mia, questo equivale al doping. Né più, né meno.

Ma chiariti i fatti, torniamo agli amici di tuttosport che ci raccontano come (cito più o meno): gli scudetti si revocano e non vengono assegnati; unica eccezione l’Inter nel 2006, con una bellissima foto del consulente degli agnelli Guido Rossi a fare da contorno.

Ora, io capisco che la disperazione porti a tutto pur di mantenere lo zoccolo duro di lettori evidentemente privi di un qualsiasi neurone funzionante ma credo che a tutto ci sia ul limite. Un limite dato dalla professionalità. Chi afferma una cosa simile ha due possibilità: ignora i fatti e questo è gravissimo per chi, di mestiere, fa INFORMAZIONE o sa perfettamente come sono andate le cose ma, in totale malafede, decide di vendere una “verità” diversa per allisciarsi un pubblico che non vuole vedersi sbattere in faccia la verità ma cullato nella menzogna del copia ed incolla rosikamaaloxpreskritti.

E quindi mi son detta: Baderla, qui ti tocca provare a spiegare la cosa, almeno a certi interisti che vanno dietro a questi deliri. Partiamo da un punto: lo scudetto REVOCATO non è quello del 2006 ma quello del 2005, come da albo d’oro della federazione. Scudetto revocato e NON ASSEGNATO a nessuno, come troppi fingono di non sapere.
Infatti, secondo l art. 13, comma 1, lettera i del Codice di Giustizia Sportiva, se la sanzione viene comminata quando è già in pieno svolgimento la stagione agonistica successiva, è necessariamente una sanzione a sé stante, che non comporta la riformulazione della classifica del campionato relativo, dato che tale classifica ha già spiegato compiutamente tutti i suoi effetti sulla stagione successiva, in particolare per le retrocessioni e per la partecipazione alle competizioni UEFA.

Leggete bene: partecipazione alle competizioni UEFA. 

Ecco perché cambia, e parecchio, il discorso del 2006.

Partiamo da questo innegabile postulato: nessuno ha assegnato lo scudetto all'Inter.


Vediamo cosa accadeva in quei giorni.
Era terminato il campionato e la UEFA necessitava di una classifica per formalizzare l’iscrizione delle squadre italiane alle coppe. Serviva una classifica.
E cosa accadde alla classifica? Semplice: fu riformulata sulla base delle penalizzazioni inflitte come sanzione disciplinare a carico di alcune società, secondo quanto disposto art. 13, comma 1, lettera f. del CGS.
Tutto qui.

A questo punto, entra in gioco l’art.49 delle NOIF che così recita:
1. I Campionati delle diverse categorie, demandati alla organizzazione delle Leghe, sono regolati secondo il seguente ordinamento:
a) Lega Nazionale Professionisti Serie A: Girone unico di 20 squadre. Serie B: Girone unico di 22 squadre. La squadra prima classificata della Serie A è proclamata vincente del Campionato ed acquisisce il titolo di Campione d'Italia.


In nessun punto del regolamento viene fatta una distinzione tra l’ipotesi in cui la posizione in classifica sia ottenuta esclusivamente sul campo e l’ipotesi in cui venga acquisita a seguito di sanzioni penalizzanti la classifica propria o di altre squadre.

Prima che spacchiate la minchia con la proclamazione vi stoppo ricordandovi che la FIGC NON EMETTE MAI alcun atto formale di proclamazione del vincitore del campionato di Serie A e di assegnazione del titolo di campione d’Italia.


Questo, quindi, conferma l’interpretazione secondo la quale, nella formulazione dell’art. 49 delle NOIF, l’uso del termine “acquisisce” fa discendere automaticamente l’acquisizione del titolo di campione d’Italia dal primo posto nella classifica della Serie A.

Cosa ne deduciamo, almeno noi che abbiamo due neuroni funzionanti?
Semplice!

Nessuno scudetto è stato ASSEGNATO.
L’Inter ha vinto in virtù della nuova classifica, modificata in seguito alle penalizzazioni inflitte alle squadre implicate in calciopoli. Punto.
Nessun atto, nessuna assegnazione: niente di niente. Anzi, in assenza di una apposita delibera federale di NON assegnazione, il primo posto in classifica automaticamente dà il diritto di fregiarsi del titolo di Campione d’Italia.

Di che cazzo parliamo, esattamente?


24 agosto 2016

27 luglio 2016

Mauro, la Wanda e tutto il resto

Siccome tutti parlano della vicenda Icardi e da diversi giorni sto twittando sull’argomento, mi sembrava carino riassumere in un unico scritto il mio pensiero, nella (vana) speranza di far ragionare certi tifosi.

Partiamo da un presupposto, tanto per sgombrare il campo da ogni dubbio: Icardi lo prenderei a sprangate nelle gengive perchè chiunque, in qualunque ambito, batte cassa. Ma ci sono tempi e modi ben precisi.
I suoi sono da compilation di schiaffazzi che "segnati le ossa che te le mischio".

Detto questo, per gestire una società, è necessario scindere il lato “umano” da quello tecnico/strategico. Piaccia o non piaccia, è così.

Una strategia prescinde da simpatie o antipatie personali ma mira a perseguire uno scopo, tenendo conto di tutte le variabili, senza fermarsi al qui ed ora ma guardando al futuro. La cosiddetta “visione di insieme”, tanto cara al mio ex capo (che, per inciso, ha ragione da vendere).

Partiamo da qui. Numeri incontestabili alla mano, Icardi ha una efficacia senza pari in Europa. L’ultima statistica disponibile, risalente ad aprile 2016 e prodotta dal sito 101 Great Goals, ci dice che – cito testuale – “l’attaccante argentino dell’Inter ha in questo momento la miglior percentuale realizzativa in Europa, superando anche mostri sacri come Lionel Messi e Cristiano Ronaldo
Mauro Icardi è attualmente in testa alla classifica della percentuale di realizzazione nel calcio europeo. L’argentino, in nerazzurro dal 2013, sta facendo meglio di Lionel Messi, Cristiano Ronaldo e Zlatan Ibrahimović nella conversione dei tiri in porta in gol. Pur avendo messo a segno soltanto quindici reti in ventinove partite le statistiche di Icardi mostrano come l’abbia fatto con un numero decisamente basso di conclusioni, che lo porta ad avere una percentuale del 30.6%. Seguono Javier Hernández del Bayer Leverkusen (27.1%), Karim Benzema del Real Madrid (26.2%) e Ibra (24.6%), con Messi e CR7 staccati rispettivamente a 17.1% e 14.8%. La lista prende in considerazione i giocatori con almeno quindici gol in campionato, ma è comunque esaustiva e segnala come l’argentino abbia tirato fuori il meglio dalle occasioni avute”.

Gonzalo Higuain, non pervenuto. Cosa ci dice questa statistica? Che Higuain ha si segnato moltissimo MA potendo contare su un numero di occasioni infinitamente più alto. Dati alla mano, perché su questo si può discutere,  una mente dotata di un minimo di senno capirebbe già che un gioco come quello di sarri combinato con l’efficacia di Icardi gli consentirebbe, dati alla mano, di segnare ancora di più.

Ora, miei cari affaristi di sto cazzo. Voi che “50 milioni e gabbiadini così sistemiamo il bilancio e va via il cattivone che glielo impacchetto", rispondete a due domandine.
Pensate davvero di rimpiazzare Icardi con Gabbiadini? Si? Curatevi. I gol di Icardi Gabbiadini se li può sognare col binocolo. E non perché, poverino, abbia avuto poche chances. Quando ha giocato titolare, alla samp, non è arrivato a 10 marcature. Pur avendo due anni in più di Icardi.
Che, è sempre bene ricordarlo, è un ’93.

Tenetevelo bene a mente quando qualche genio vi proporrà, come possibile rimpiazzo “il giovane” Pavoletti che "ha esperienza della serie A". Talmente giovane che è nato nel 1988 e ha fatto la prima stagione decente in serie A quest’anno, segnando 14 gol.
Ora, capisco che la favola di Milito faccia impressione ma è bene ficcarsi nella zucca che Pavoletti NON è Milito (che peraltro nella sua stagione al Genoa di gol ne mise a segno 24). Milito che, nelle stagioni precedenti e giocando a Saragozza, aveva sempre avuto una media costante e di tutto rispetto.
Poi oh! Abbiamo preso per anni per il culo il milan e "il giovane antonini" e facciamo lo stesso errore?


Veniamo all’altra simpatica minchiata del “sistemare il bilancio”. Se non siete così da TSO da credere davvero che gabbiadini possa sostituire Icardi, i 50 milioni andranno reinvestiti per forza su qualcun altro, che possa dare le stesse garanzie. Chi?
No, nomi tipo Lewandowski non valgono. Primo perché costa un botto. Secondo perché anziché ridurre il monte ingaggi lo si andrebbe ad innalzare. Penserete mica che il buon Robert venga qui perché “l’Inter è l’Inter”, vero? Ma soprattutto, credete davvero che qualcuno, oggi, lascerebbe la Premier o il Bayern per l’Inter, che manco fa la Champions League? Tagliandosi lo stipendio?
No, lo United non è un termine di paragone accettabile. Proprio perchè gioca in Premier League, con tutto ciò che ne consegue in termini di appeal, guadagni e quant'altro.

Non solo. Se vendi, devi avere la certezza di poter comprare o ti ritrovi a schierare il numero di CRO. Che non mi risulta sia particolarmente prolifico in termini di marcature.

Ah già, ma dobbiamo vendere. L’ha detto la TV (e vaffanculo all’aumento di capitale e ai report UEFA che indicano come la gestione stia andando nella giusta direzione).
Non solo. de laurentiis offre 50 milioni. Nel mentre, fissa:
  •  la clausola di Icardi a 100 milioni
  •  il prezzo di Koulibaly a 55 milioni

Praticamente, Icardi viene valutato meno di koulibaly in entrata ma più di Higuain in uscita.
Farvi due domande sull’inculata biblica che rappresenta questo scenario?

Non solo. Al di là delle ambizioni irraggiungibili (anche io voglio sposare Ricky Martin ma devo scontrarmi con la dura realtà dei fatti) il nostro obiettivo primario è centrare la Champions, il prossimo anno. Il napoli è senza dubbio una delle nostre rivali, insieme alla roma.

Ora, roma e napoli si indeboliscono. Una persona dotata di minima intelligenza pensa di approfittarne.
Ma voi no, geni del male. Il napoli ha un sacco di soldi ed è alla disperata ricerca del sostituto di higuain, difficilmente reperibile sul mercato a meno di non bruciare tutta la plusvalenza fatta (che poi, 90 milioni pagabili in due comode rate). Di fatto, si trova col cerino in mano. Mi ricorda molto la situazione post-cessione di Sheva. Il milan girò l’Europa alla ricerca di un sostituto per poi trovarsi a strapagare quella pippa immonda di Oliveira.
Giustamente ridemmo loro in faccia. Oggi, volete trovarvi nella stessa situazione.

In un colpo solo:
  • risolvereste il problema del napoli, dando loro un centravanti giovanissimo ma che in Italia è una garanzia
  • indebolireste una squadra che già fatica moltissimo a segnare
  • cedereste un attaccante prolifico a una cifra che manco il Bazar “Cielo, che prezzi!”, dimostrando l’acume di un criceto in prognosi riservata.

Last but not least.
Il caro vecchio ritornello del "non puoi tenere un giocatore scontento".
Posto che ti apro il culo se non fai il professionista, può essere vero. Se il giocatore va in scadenza.

Il buon Maurito ha un contratto che scade nel 2019. Se tutto va bene, a scadenza dell'accordo siglato con la UEFA in materia di fpf che scade nel 2018, Suning potrà fare quello per cui è venuta in Europa: spendere la liquidità in eccesso.
Cosa significa? Che con un contratto fino al 2019, il signor Icardi - se fa lo stronzo - finisce nella villa di Nanchino di Zhang a fare il nano da giardino.
Se giochi male per tre anni, forse andrai via a zero ma le tue prestazioni varranno quanto un preservativo bucato sulla spiaggia di Ortona.
Tradotto in soldoni: dovrai essere tu a pagare per giocare. Di certo, le cifre che guadagni oggi te le puoi scordare.

Ultimo capitolo che è il vero problema. La Wandissima.

Ora, premesso che è riuscita nella sua tattica sgangherata di mettere i tifosi contro Icardi perché le è stata data una importanza che non doveva avere e che fareste meglio a fottervene del calciomercato e della ridda di voci che ne conseguono in modo da non farvi venire la gastrite, analizziamo il suo comportamento.

Come sapete, credo nel girl power e nelle opportunità per tutti. Però, santo iddio, studia ragazza mia.
Come in tutte le cose non ci si improvvisa.
Una tecnica di comunicazione ridicola, sguaiata. I geotag a intermittenza sono meravigliosi. Quasi quanto il dichiarare che stai trattando col napoli senza l’ok scritto dell’Inter; cosa, questa, che espone la tua controparte a sanzioni.
Se vuoi fare mino raiola, mia cara, devi avere l’esperienza di mino raiola.

Per intavolare un simile braccio di ferro bisogna sapere cosa si sta facendo, bisogna studiare, fare esperienza. Iniziare dal basso, con umiltà. Non ci si improvvisa procuratori dalla sera alla mattina, solo perché a casa ti annoi. Non basta fare sparate sui giornali o sui social per forzare una trattativa. Peraltro, ci sarebbe un universo da scoprire anche lato negoziazione, che non è una cosa che si impara dall’oggi al domani. Per lavoro, ho avuto l’opportunità di seguire alcuni corsi: un sistema affascinante, complesso, nel quale ogni mossa è studiata a tavolino e vista non solo sull'immediato ma anche sul medio e lungo termine.

Le offerte via twitter, che salgono di ora in ora, sembrano più un circo che una trattativa seria tanto che, da un momento all’altro, mi aspetto che entri di prepotenza anche Moira Orfei.

Raiola, che persegue la filosofia della Wanda “fare il meglio per il proprio assistito” (qualcuno ha giustamente fatto notare che anche i tempi giusti sono fondamentali), quando si è trattato di portare Ibra al Barcellona ha fatto mettere sul tavolo una paccata di soldi con cui abbiamo pagato Milito e Motta e – di fatto – Samuel Eto’o.
SAMUEL ETO’O.

Non manolo gabbiadini, con rispetto parlando.

Discorso opposto per Maicon. 
Caliendo vendette anche la madre pur di assicurare al suo assistito (e a se stesso) emolumenti principeschi. Commise un errore fondamentale: promise al Real che, in cambio di siffatto contratto, avrebbe convinto l'Inter ad abbassare il prezzo del cartellino sotto ai 25 milioni visto che Florentino non intendeva spendere oltre per un terzino.
Siccome il prezzo lo fa il venditore e l'Inter non aveva nessuna intenzione di privarsi del buon Douglas, il Real si attaccò al cazzo visto che l'Inter non scese mai sotto i 30 milioni.  
Non un bell'esempio di come un procuratore fa gli interessi dell'assistito. Un errore da dilettanti (o da avidi privi di acume).
Ecco. La Wanda sembra aver pestato la medesima merda.

In tutto questo, la nuova proprietà sembra avere le idee chiare. Ausilio ha dichiarato più volte incedibile Icardi.
Tutto può accadere, certo. Ma, su questo, la nuova proprietà si gioca una larga fetta di credibilità. Cedere dopo avere fatto il muro contro muro, indebolendo nel frattempo la squadra, non sarebbe un buon biglietto da visita, visto il circo Barnum messo in atto dalla "procuradora".

Ultima cosa, Wanda.
Hai dichiarato che De laurentiis ti ha promesso un ruolo in una trasmissione tv.
Ecco. Il buon Aurelio non ha una cazzo di televisione che sia una.

Niente niente te sta a pigghià p’u culo?


11 maggio 2016

L'autorevole esercizio dell'autorità (o del caso Gnoukouri)


... Ovvero, come essere forte coi deboli e debole coi forti.

La notizia é di oggi: il 16enne Wilfred Gnoukouri, attaccante degli Allievi di Cauet, é stato squalificato fino al 9 maggio 2018.

Cosa é accaduto?
Cito quanto riportato da Giovanni Capuano, su Panorama: il racconto é talmente puntuale che mi pare sciocco sbattermi per riprodurne uno simile.

"Nel video si vede un ragazzo con la maglia numero 7 avvicinarsi all'arbitro per protestare dopo un fischio. Parla stando a distanza, prende un cartellino giallo e viene allontanato da un compagno. Quindi torna sui suoi passi e prosegue nella contestazione. Viene espulso e di nuovo spinto via dal compagno. Non contento insiste nella protesta, allunga una mano verso il volto del direttore di gara e la appoggia senza particolare violenza. Non uno schiaffo o un pugno, forse una manata. L'arbitro si gira, fischia la fine e manda tutti nello spogliatoio: gara interrotta e sconfitta a tavolino".
Vi posto anche il video, cosí che non dobbiate andare a cercarvelo.



Allora, signori miei.
Partiamo da un concetto chiaro: il ragazzo HA SBAGLIATO ed é GIUSTO che paghi. L'Inter lo ha sospeso a tempo indeterminato e hanno fatto bene.

Epperó... Epperó c'é un problema.
Due anni.
Una squalifica pesantissima che, di fatto, sancisce la fine della sua carriera come calciatore.
Perché fermarti a 16 anni questo significa: dire addio ai sogni di gloria.

Ora, potrei anche essere d'accordo in linea di principio ma siccome non sono una deficiente come i tanti giustizialisti che ho letto oggi (e che spesso hanno blaterato senza manco avere visto le immagini) mi addentreró in una analisi, leggermente piú intelligente, della faccenda.

Mi raccomando, tenete sempre sott'occhio il filmato che ci servirà.

L'arbitro sospende la partita.
Ora, chi ha visto almeno una decina di partite nella sua vita sarà d'accordo con me nell'affermare che un arbitro che si comporta cosí, in un torneo allievi, sia adatto al massimo ad arbitrare i pulcini.
Se sospendi una partita per una situazione del genere, in cui un solo giocatore sta avendo un atteggiamento sopra le righe, in una situazione come quelle che ora vi mostro che cazzo fai?
























Non lo so... Invochi i caschi blu? Chiami la contraerea? Chiedi asilo politico al Vaticano?

Sinceramente, se uno sospende la partita per un fatto simile ha un solo, unico, problema: non é adatto a fare l'arbitro perché incapace di reggere la pressione.
Punto.

Non solo. Non contento, il nostro ha pensato bene di redigere un referto quantomeno fantasioso. Cito tale referto: sempre da Panorama: "Ammonito per proteste, offendeva l'arbitro. Alla notifica del successivo provvedimento disciplinare, colpiva volontariamente e con forza il direttore di gara al volto (mandibola destra) con mano aperta, provocandogli dolore fisico tale da determinare l'arbitro alla conclusione anticipata della partita. Mentre il direttore usciva dal terreno di gioco, lo stesso giocatore manteneva un comportamento minaccioso e tentava di aggredirlo nuovamente, desistendo dalla grave condotta solo in quanto trattenuto da un dirigente della propria Società". 

Praticamente, Gnoukouri é una specie di Rocky Balboa con un destro d'acciaio. 

Oppure l'arbitro é parente stretto di Pavel Nedved (o di peppe poeta) altrimenti non si spiega.

Confrontate la versione del direttore di gara col video di cui sopra... Qualche incongruenza emerge.

Ma veniamo al punto focale: l'entità della pena che, per essere giusta, deve essere proporzionale alla colpa. 
Ora, a chi ciancia di autorità ad minchiam vorrei chiedere: che fiducia puó avere nella medesima autorità un ragazzo che si vede stroncare la carriera da un rappresentante della stessa inadeguato, giusto per non prendersi una querela?

L'autorità deve essere autorevole, non autoritaria. Un arbitro incapace di farsi rispettare, che perde la testa e distrugge la carriera a un sedicenne con un referto quantomeno discutibile, che razza di autorità puó incarnare?
La pena deve servire ad educare, non a distruggere. Cosa potrà imparare da questa vicenda?
Anche perché, signori miei, stiamo parlando di un sedicenne. Che ha sbagliato, certo, ma a quell'età é ancora concesso.

Siccome tutta la vicenda fa riderissimo, vi riporto le parole del giudice sportivo che lo ha condannato (si ringrazia Dondiego): "L'attività di Giudice Sportivo è utile per il suo lavoro di avvocato? "La sostanza è diversa. Però è un'esperienza formativa che mi aiuta a rapportarmi con il mondo della GIUSTIZIA e responsabilizzarmi nella VALUTAZIONE DEI FATTI e delle DECISIONI".




Ora, signora mia...
Capisco che lei sia giovane, che questa é una "esperienza formativa" ma proprio perché si parla di valutazione dei fatti sarebbe opportuno informarsi poiché la legge dovrebbe essere uguale per tutti.

Dovrebbe.
Perchè 2 anni sono un'enormità se si pensa che l'allenatore della j**e, per la vicenda del calcioscommesse, ha scontato 4 MESI di squalifica (4 MESI!!!) con tanto di rientro trionfale celebrato dalla conte-cam, su sky.
Mauri, finito perfino in gattabuia nell'ambito della medesima vicenda, 6 mesi.
Cioè... Gente maggiorenne, vaccinata, professionisti che SI VENDEVANO le partite hanno potuto tornare in campo dopo pochi mesi (Doni prese tre anni, poi - poi - diventati 5); una squadra condannata per illecito sportivo in tutti i luoghi e tutti i laghi che si becca una blanda serie B e sto ragazzo due anni?
Mi direte... Vabeh, ma son cose diverse.
Perfetto.
E allora facciamo un confronto alla pari.

Cominciamo la nostra piccola ma esemplificativa carrellata:


Pasquale Bruno, classe 1962.
Otto giornate.


Antonio Cassano, classe 1982.
Due giornate.



Sempre Antonio Cassano, sempre classe 1982.
Cinque giornate.



Gonzalo Higuain, classe 1987.
Quattro giornate di squalifica, poi ridotte a tre.





10 gennaio 2016

Look back in (my) anger


Ok.
Ringrazio il buon Osborne per il titolo ma direi che questa immagine rende abbastanza bene il mio stato d'animo.
Una domenica che inizia trovando dei defcienti in circonvalla, convinti di guidare dei tricicli, e culmina con l'improba impresa di trovare parcheggio, ovviamente a due chilometri dallo stadio.
Ovviamente alle 12:15.
Ovviamente.
Ah, andate affanculo voi e "ti meriti mazzarri" che A ME anche no. Anzi, proprio perchè c'è in panca il Mancio, certi giudizi dovreste prenderli come del tutto scevri da pregiudizi.
Non è che siccome abbiamo mangiato la merda adesso del cibo coi vermi va bene perchè fa un po' meno schifo della merda.
Ci si può imbufalire per l'una e per l'altra cosa.
Ecco. Questo per puntualizzare (cit.).

Ma torniamo alla partita e partiamo dalla fine, vale a dire da quel figlio di madre ignota di Doveri.
Lo avevo anticipato prima del match che lo avrebbero mandato con un preciso scopo stanti i precedenti contro di noi.

7 le gare arbitrate, 1 vittoria. La prima, contro la Samp, per 3-2.
Dalle rimanenti 6, se si eccettua Empoli-Inter 0-0 di gennaio scorso, ricaviamo il seguente scoring:
  • 03/02/13: Siena-Inter 3-1 espulso Chivu e rigore contro (ricordo qualcosa in fuorigioco ma non ho voglia di andarmelo a cercare)
  • 20/10/13: Torino-Inter 3-3 espulso Handanovic e rigore contro (e rigore negato su Icardi)
  • 31/08/14: Torino-Inter 0-0 rigore contro ed espulso Vidic
  • 16/05/15: Inter-Juventus 1-2 rigore contro
  • 24/10/15: Palermo-Inter 1-1 espulso Murillo (prima ammonizione per contatto ridicolo con Gilardino, manco gli avessero sparato dagli spalti, secondo giallo per una palese simulazione di Vazquez.
4 rigori contro e 4 espulsioni in 5 partite: non c'è male.
Poteva quindi smentirsi oggi? Ovviamente no. E infatti, aspetta la minchiata di turno dei nostri per colpire in maniera scientifica - dopo avere avuto una condotta di gara indegna: falli identici giudicati con metro diverso.
A proposito, non so se avete notato ma il povero Kondogbia aveva sempre attaccato alla maglia un simpatico ninnolo coi colori del sassuolo. Sarà una nuova partnership in termini di merchandising? Per questo non ha mai fischiato fallo?

Ma torniamo alla cagata fatta da Miranda che parrebbe avere un dettaglio di non poca importanza (premessa: mentre scrivo non ho ancora rivisto le immagini ma mi baso sulle sensazioni live e su quanto letto da personcine mediamente affidabili). Il fallo avviene fuori area. Defrel entra in area che sta già cadendo, come si evince dall'immagine postata da Bauscia Cafè.


E se è così, NON dovrebbe essere  rigore. E non lo dice la qui presente stronza ma il Regolamento del giuoco del calcio.

E già ce n'è abbastanza per avere il crimine a seimila.
Se poi penso che la partita l'hanno buttata nel cesso i nostri, siamo ai livelli da guerra atomica.


Sono incazzata nera coi nostri.
INCAZZATA NERA.
E vedo di spiegare perchè visto che dal divano pare non essersi capito. O sono io che non mi spiego bene, dettando a Siri mentre sono alla guida.

Abbiamo avuto diverse palle gol (mi dicono addirittura 25): concretizzate ZERO.
Vediamo di capirci, signori miei.
Il "bel gioco" è un concetto assai astratto. Ora, a me che abbiamo giocato bene - affermazione che definire discutibile è un eufemismo - interessa poco.
Come detto, non è pattinaggio artistico ma calcio. E nel calcio vince chi segna più degli avversari.
Fin qui ci siamo?

E' vero, abbiamo creato più palle gol del solito ma - guarda un po' - abbiamo sofferto molto di più in difesa?
Perchè? Semplice!
Il sassuolo è venuto a giocarsela. Non ha parcheggiato il pullman davanti alla linea di porta ma anzi, ha costretto noi a giocare in contropiede. In casa.

Tornando al famoso "bel gioco": per come la vedo io esiste il gioco efficace e il gioco non efficace. Non necessariamente da seghe a due mani. L'Inter di Mou, fino a marzo 2010, non giocava "bene" ma concretizzava alla grandissima.
Puoi anche avere il 90% di possesso palla ma se in quel lasso di possesso non la metti mentre i tuoi avversari te ne piazzano 3, puoi fare tutti i discorsi che vuoi. Non sei stato efficace. E hai perso meritatamente. Se proprio vogliamo parlare di giocare bene allora prendiamo il secondo tempo di napoli. Li si, siamo stati sfortunati. Ora, paragoniamolo alla prestazione di oggi e discutiamone un secondo.
Sfortuna è il doppio palo. Sfortuna è se hai le famose 25 occasioni di oggi e prendi gol sull'unica loro azione al 94' che porta al rigore.

Oggi, nonostante un avversario che è venuto a giocarsela concedendo quindi maggiori spazi abbiamo perso.
Sono incazzata perchè - al di là di quella merda di consigli graziato dal noto miracolo di San Siro che trasforma qualsiasi portiere in un fenomeno - abbiamo sbagliato troppo per errori assurdi, frutto di zero concentrazione. Almeno un paio di volte ci siamo chieste come sia stato possibile sbagliare certe conclusioni. Evidentemente, poca convinzione.
Questo mi manda in bestia.
Loro correvano, noi avevamo già precorso i tempi e messo in campo la moviola.
Nessuno che corresse, nessuna sovrapposizione, zero contrasti.

Abbiamo ricominciato a ripartire con l'ingresso di Palacio ma l'atteggiamento sbagliato e la disattenzione davano la sensazione che potessimo segnare ma anche che potesse arrivare la beffa finale.
Sempre, quell'intestardirsi al centro, fottendosene delle fasce. Perchè?
E parliamo dei calci d'angolo alla Benitez? Quando mai, da un corner corto, sono scaturite azioni pericolose?
Si riesce a vedere un cazzo di schema, sulle palle inattive? No perchè con la lazio, proprio così abbiamo preso l'1-0. Complici i geni che hanno lasciato candreva libero di tirare  dal limite. No perchè lui mica ce l'ha quel colpo eh!
Certe cagate, se ci metti la testa, non le fai.

E anche oggi.
Ora, Nagatomo sarà anche limitato. Ma porca puttana, se prendi palla sulla fascia e hai davanti un'autostrada corri e vai a mettere un cazzo di cross. Cioè... Non credo ci voglia Maradona per arrivarci. E' la base del giocare terzino.
No. Palla verso il centro.
E come lui tutti,
Sempre ad intestardirsi a passare per le vie centrali. Almeno due volte ho visto Brozovic sovrapporsi in fascia e Ljajic andare verso il centro anzichè allargare per lui.
Perchè? Cioè.. Adem, non sei un ignorante calcistico. Una simile cagata dal giappo me la aspetto, da te no.
E parliamo di Perisic a fine primo tempo che, anzichè crossare, tenta una conclusione a giro dal limite che giusto con un culo capoluogo di regione sarebbe entrata?
E perchè cercare il passaggio a 5 metri dalla porta anzichè tirare?
E parliamo di quella palla-gol concessa al sassuolo sulla punizione non uscendo dalla barriera dopo il primo tocco e lasciando loro tutto il tempo e lo spazio per crossare?

E veniamo alla genesi del rigore.
Calcio d'angolo corto, il giappo la ridà a Ljajic che finisce in fuorigioco.


Sarebbe bastato mettere un corner normale: tra una mischia e l'altra avrebbe fischiato la fine e avremmo portato a casa un punto.
Che si sa, è meglio di zero.

Ora, ho visto un atteggiamento leggermente diverso rispetto alla lazio dove davvero siamo scesi in campo con una sufficienza e una malavoglia da omicidio e siamo stati in loro balia tutta la partita. E guarda un po', l'abbiamo persa per una cagata individuale, sempre frutto di cervello a fare lo struscio sul lungomare di Riccione.
(Anche con la viola, se ci pensate bene. Perchè solo un cretino può fare un retropassaggio nello specchio della propria porta specie se sa che il suo portiere non ha propriamente i piedi di Neuer).

Al netto della partita con la fiorentina, questi black-out ci sono costati 6 punti.
Vero, nessuno si aspettava che fossimo a questo punto della classifica al termine del girone di ritorno, tutto vero. E per dire, non credo che, salvo miracoli, chiuderemo il campionato primi in classifca. Spero d sbagliarmi ma insomma...
Però, proprio per questo, la rabbia è ancora più forte. Perchè abbiamo una buona squadra ma quando si tratta di fare quel passo in avanti e confermarsi non ci siamo con la testa. Non ancora. Nè quelli in campo nè il signore in  panchina (perchè non Telles? Perchè?).

E' la sufficienza con cui si affrontano certe situazioni che mi fa sanguinare gli occhi. Non vincere o perdere (si, ok. Perdere mi fa girare le ovaie a prescindere ma è un'altra storia) ma il non dare il 100%.

Perchè mi spiace, ma se fai delle minchiate simili non è sfortuna: è che il 100% non lo stai dando.
E questo non lo ammetto. MAI.