29 ottobre 2013

(Zero) spicchi di rispetto


Ordunque, torno anche questa settimana.
Ma non per parlare di calcio, anche se il folber, come diceva mio nonno, c’entra in senso lato.

Domenica, ore 18:15.
Va in onda j**ecaserta-Olimpia EA7 Milano, valevole per la 3 giornata della Regular season del Campionato di basket.

Milanow, canale 191 del digitale terrestre.
Accendo la TV, piena di speranza.
Considerato che la partita da Brindisi non è andata in onda per via del segnale debole (da Brindisi, non da Tel Aviv!!) questa volta va meglio.
Si vede demmerda as usual (tipo che manco sul 50 pollici dei miei genitori si riescono a vedere il punteggio e il tempo) ma si vede.
Manca l’audio ma pazienza.

Invece no!
Siccome il Direttore Ravezzani ci ama, decide che anche noi baskettari abbiamo diritto ad una telecronaca: e l’intrepido Porro si improvvisa telecronista.

Si improvvisa, e non l’ho detto a caso.

SI IMPROVVISA.

Nel senso che, probabilmente, il signor Porro ha scoperto l’esistenza della palla a spicchi giusto 10 minuti prima, aprendo Wikipedia.
Prima che si offenda, gli consiglio di sostenere caldamente questa tesi, l’unica utile a giustificare quanto segue (peraltro, un piccolissimo estratto) e a scaricare la responsabilità su altri.

Ecco la serie di perle che il nostro riesce a collezionare (per le quali ringrazio, in ordine sparso il Conte mio fratello, Andrea, Gabriele, Matteo, Alessio, Davide, MadreH e mi scuso se ho dimenticato qualcuno). Faccio notare che eravamo tutti sconvolti, sms, tweet e messaggi su FB che commentavano l’indicibile che arrivava alle nostre orecchie.
Manco Dembinski ci aveva fatto scrivere – ed imprecare - così tanto..

Esordio col botto.
“L’ARMANI JEANS MILANO”: la squadra non è più AJ da due anni.
Abbiamo avuto l’upgrade e siamo passati ad Emporio Armani.
Da due anni. ripetuto sia all’inizio del match che nell’ultimo quarto “Siamo 71-78....ehm....si....71-79....+ 8 Armani Jeans”.

Ci racconta poi che in campo, con Caserta, c’è Vitali. Un ex che a Milano “non è riuscito ad esplodere”.
Peccato che il vitali in campo sia Michele. “Quel” Vitali di nome fa Luca e gioca a Venezia, nella Reyer.

Il nostro dimostra poi  di non essere in grado di riconoscere nella maniera più assoluta i giocatori di Milano. Non pretendo Caserta, Milano!
Su Milanow è il minimo.
Quindi abbiamo CJ Wallace scambiato per Melli per tutto il 4 periodo (ok che sono biondi entrambi ma..), Langford che diventa chiunque sia di colore come lui. Tipo che ci siamo sentiti dire per tutta la partita che Jerrels era in ombra perché ogni volta che segnava, per il nostro telecronista era Langford. (stesso discorso anche per Samuels, visto sempre come Langford).
Ma quante personalità ha questo Langford?

Abbiamo anche un Samuels noto esperto di palleggio e penetrazioni. Forse in un altro tipo di penetrazione perché Samardo Samuels, bello de zia, è un centro prettamente atletico che – come tutti i centri – non brilla in fase di palleggio.
Ma il nostro non si arrendeva e tentava sempre di ripetere il quintetto in campo in quel momento, salvo fermarsi al terzo o sbagliarne qualcuno.

E passiamo all’assoluto spregio delle regole.
A parte il definire “finita” una partita con un vantaggio di +6 con tre possessi a disposizione, ovviamente.. In quel momento c'è stata un'impennata di abrasioni allo scroto da parte del pubblico maschile.

Falli tecnici scambiati per antisportivi, tiri liberi da fallo tecnico giustificati con un "fallo in attacco" (li siamo volati tutti dal divano).

Ah.. E non dimentichiamo l’importante vittoria ottenuta in Eurolega giovedì. Già.
La vittoriosa trasferta lituana, segno di una “continuità in trasferta”.
Piccolo dettaglio. Io c’ero. E a meno che Kaunas non sia raggiungibile con la M2 beh.. Mi sa che c’è qualcosa che non va..

Dite che sono troppo severa?
E se vi dicessi che il nostro ha definito “pallonetto” un alley-oop? E che mancavano 7 minuti alla fine del “primo tempo” mentre eravamo all'ottavo minuto?

O che ha definito AREA DI RIGORE quello strano disegno pittato per terra?
AREA DI RIGORE DOMINEIDDIO!
Area di rigore.

Un simile scempio meriterebbe solo scuse.
Sentite scuse.
Invece no.

Per il direttore Ravezzani siamo noi gli ingrati, e pure un po’ sporchi e cattivi.
Non ci credete?


Insomma, che ca**o vogliamo?
Ci hanno fatto la telecronaca, accontentiamoci.

Vorremo mica pretendere un po’ di qualità da dei professionisti dell’informazione?
Vorremo mica chiedere un commentatore che – almeno – conosca le basi della pallacanestro e i giocatori della squadra “di casa”?
Vorremo mica del rispetto, in quanto spettatori che – di fatto - pagano la pubblicità che va in onda sulle loro reti?

Che stronzi, che siamo.

Già tanto che ci hanno fatto la telecronaca, accontentiamoci. Hanno fatto del loro meglio. E pazienza se il meglio è lo zero.
In fondo, stiamo parlando di basket, mica di calcio.
E se lo dice un’insospettabile come me..

Perché parliamoci chiaro!
Ve lo vedete il Direttore che affida la cronaca di una partita a uno che definisce “tiro libero” un calcio di rigore?
O che confonde Guarin con Juan Jesus e Rolando tutta la partita per via della medesima pigmentazione della pelle?
O ci magnifica le doti da funambolo di Handanovic, esaltando la sua capacità di dribblare chiunque?
O che invoca il rigore per un fallo a centrocampo?

Ecco, signori miei.
Il livello è questo.

Ve lo vedete?
Ovviamente no.
Perché il calcio è sacro.
Il basket, invece, può essere stuprato da chiunque perché oh, ha fatto del suo meglio.
Beh, mi dispiace.
Ma fare del proprio meglio, a volte, non basta.
Se il risultato è penoso, anziché rispondere con arroganza, bisognerebbe avere l’intelligenza e l’umiltà di chiedere SCUSA.
Senza se e senza ma.
Perché anche noi che seguiamo uno sport “minore” meritiamo rispetto, Direttore.
Ci pensi.

Nota in calce.
Peraltro, visto il ritardo enorme del segnale, sarebbe bastato tenersi di fianco il sito della Lega Basket e il Twitter dell’Olimpia.
Ho annunciato il 2/2 di Langford sugli ultimi liberi alla famiglia prima ancora che il buon Keith andasse in lunetta.
Sarebbe bastato un pc da 300 euro o uno smartphone per evitare al buon Porro una figuraccia biblica.
Oppure chiamatemi. Almeno, non confondo i tecnici con gli antisportivi e riconosco tutti i giocatori di Milano. Anche se sono dello stesso colore.

Se invece vi sto antipatica, nessun problema. Non chiamatemi.
Mandatela senza commento. Ne uscirete comunque meglio.