21 gennaio 2014

Prendendo a testate il muro del cesso..



E’ tanto che non scrivo.
Il lavoro, in primis, mi toglie ogni energia e voglia di stare davanti a un PC.
E perché no, anche le ultime vicende di casa nerazzurra (diciamo gli ultimi sei mesi) mi hanno tolto un po’ la voglia di commentare.
Immagino non ve ne possa fregare di meno, ma tant’è.

In realtà non avrei nemmeno ora il tempo di scrivere ma mi chiudo nel cesso e butto giù queste righe.

Ieri si palesa la notizia: scambio Guarin-vucinic.
Scambio alla pari.
E già volano le madonne.

Poi veniamo raahahhahahassicurati: scambio + conguaglio.
Che si traduce in una elemosina talmente ridicola (fatta per andare a colmare il presunto taglio degli emolumenti accettato dal giovane e volenteroso montenegrino che si vede garantire un ulteriore anno di contratto) da far aprire il calendario e partire dal 1 gennaio, per concludere nominando invano il nome di San Silvestro.

Non entro nel merito della questione tecnica, benchè vucinic A ME non piaccia.
Il punto è: alla j**e non darei nemmeno un preservativo usato.

Non così.
Un conto sarebbe sedersi alla pari e trattare (no, scherzo. Mi siederei al tavolo solo per piazzarci sotto una valigetta piena di T4 per poi dire “scusate, devo andare un secondo in bagno”).


 .. ma è per dire.

Quella gente che ha già una volta rubato i nostri sogni.
Quella gente che ha infangato la memoria di Giacinto Facchetti (obiezione respinta: Ibra e Viaira li abbiamo preso con un’altra dirigenza. Gobba intendo. E no, non erano moggi and co.).
Quella gente che  sta rubando impunemente perché la restaurazione ormai è compiuta.

Con quella gente, dicevo, non si tratta.

Siamo ridotti male?
Ok.
Siamo una squadra di seconda fascia e non più di élite?
Ok.
Non possiamo più permetterci top player?
Ok.
Siamo dei poveracci? 
Ok.
Tutto quello che volete.
Qualora mi venisse presentato un progetto (fa ridere, scrivere oggi questa parola. Troppe volte ci si è provato, troppe volte non ci si è creduto, preferendo privilegiare interessi particolari anzichè il bene comune) avrei pazienza. 

Tanto io a San Siro ci vengo lo stesso.
Non è questo il punto.

Ma la dignità no.
Quella non ce la potete portare via.
Anche i poveri hanno una dignità, vorrei ricordare. E la dignità sta soprattutto nelle piccole cose.
Tra cui non appecoronarsi ai voleri di questi qua, che cazzo!

Un sussulto di orgoglio lo vogliamo avere?
Vogliamo alzarci e reagire?
Tirare fuori palle, tette e tutta quella minchia che volete?

Come disse Gianfelice Facchetti “100 ANNI DI SFIDE, DI VITTORIE E DI ORGOGLIO, DI TANTISSIMO ORGOGLIO”.

Perché, mi preme ricordare, noi siamo comunque l’Inter 
e loro non sono comunque un cazzo.