12 agosto 2012

Ho sfiorato il Nobel per la medicina.. a mia insaputa!



Credo che oramai lo sappiano anche i muri: il marciatore Alex Schwazer, oro a Pechino 2008, è stato trovato positivo all’EPO con tutte le conseguenze del caso.

Indignazione, sdegno, le solite reazioni del popolo italico per le stronzate. 
Lo stesso che plaude l’espulsione dall’Arma di Schwazer e non si indigna perché i poliziotti che hanno ammazzato Federico Aldrovandi – sentenza passata in giudicato – sono ancora in servizio effettivo.

Dove sono in massacratori in servizio effettivo e permanente, ben definiti dal mio amico Franco Bomprezzi “farisei”?  

Nota a margine, ma assai stonata e molto polemica. Il controllo che ha inchiodato Schwazer è stato deciso ed eseguito dalla Wada, l'agenzia mondiale antidoping. Com'è possibile Coni e Fidal abbiano completamente perso il controllo del loro unico atleta di punta proprio alla vigilia dei Giochi? Perché non è stato seguito, controllato, monitorato, assistito come avrebbe dovuto? Come lo ha gestito la federazione, sulla quale, soprattutto in anni olimpici, il Coni dovrebbe vigilare? 

Diciamolo chiaramente: senza l'intervento dell'antidoping mondiale, l'Italia avrebbe fatto gareggiare a Londra un dopato. Non uno qualsiasi: la punta di diamante. 

Quindi Petrucci, più che millantare l’efficienza del Coni (La sintesi: siamo stati seri, l'abbiamo escluso in due ore, un record del mondo, non so quanti avrebbero fatto come noi), avrebbe dovuto dire: grazie a chi ha evitato all'Italia di fare una figura di merda di proporzioni bibliche.

E quanto alle "appena due ore" trascorse dalla comunicazione della positività all'espulsione dell'atleta… Beh, cos'altro poteva fare, il Coni? Tenere segreto tutto aspettando che fosse la Wada a rendere pubblico il disastro? Meglio giocare d'anticipo, molto meglio. Ok. Perfetto. Basta però non provare poi a stravincere.

E rispondere invece a una domandina facile facile: perché, caro Petrucci, non ve ne siete acccorti voi?

Chiusa la prima parentesi polemica, torniamo allo Schwazer-massacro.

Incredibile ma vero, anche il buon sconcy, in un momento di impressionante lucidità, scrive una cosa condivisibilissima che qui vi riporto, togliendo il nome delle squadre inserite a titolo di puro esempio perché qui si bada alla sostanza: “Se Schwazer fosse stato un calciatore della juve avrebbe potuto negare tutto e la sua parte di popolo l'avrebbe creduto anche davanti a prove conclamate. Si sarebbe parlato di un complotto, di poca chiarezza nei sistemi di analisi, della «crudeltà incivile» dei controlli a sorpresa. Sarebbe bastato che lo Schwazer calciatore avesse insistito sulla sua innocenza e avrebbe portato la gente in strada in sua difesa”.

Giova ricordare che il Il 29 maggio 2007  la Corte di Cassazione ha stabilito in via definitiva che la Juventus di Lippi, del dottor Agricola, la j**entus del tridente del piero-vialli-ravanelli, attuò, dal ’94 al ’98, “un disegno criminoso per alterare le gare attraverso la somministrazione illecita di farmaci” I giocatori della quella squadra inarrestabile arano infarciti di doping (sostanze proibite) sia di sostanze lecite somministrate inspiegabilmente a giocatori sani (il famoso uso off-label).

La sentenza della Cassazione ha stabilito in via definitiva che la Juventus, nelle persone di Antonio Giraudo, amministratore delegato, e Riccardo Agricola, responsabile dello staff medico, commise in modo continuato, per 4 stagioni, il reato di frode sportiva violando la legge 401 dell’ 89. 
Sentenza definitiva che aggrava quella del Tribunale che come ricorderete aveva condannato solo il medico Agricola assolvendo con formula dubitativa Giraudo. 

Per la cronaca: grazie all’avvenuta prescrizione del reato – sopraggiunta il 1 aprile 2007 – la j**e, pur colpevole, non può più essere punita.

Ma i giudici si spingono oltre scrivendo che i giocatori “non possono essere considerati semplici vittime” dell’operato della società. Dunque secondo la Corte i giocatori erano consenzienti ad assumere le sostanze “magiche” somministrate dal dott. Agricola.
Eppure, né allora né oggi, non ricordo indignazione, feuilleton, richieste di sacrosanta rinuncia ai titoli e pubblica gogna..

Il punto, oggi, non è questo.

Semplicemente è un punto di vista diverso. Magari non condivisibile ma fondato su basi scientifiche a differenza di troppe opinioni che ho sentito, onestamente fondate sul nulla.
Non so se possa essere LA verità. Di certo, è una verità che si regge sulla scienza, non sul sentito dire da chi ne sa, spesso, poco o nulla.

Dovete sapere che Sorella vostra ha iniziato la sua fulgida carriera lavorativa nel mondo delle aziende farmaceutiche: mesi e mesi passati sui non-confidential/confidential profile dei medicinali e un capo (il mitico italo-inglese Tony) particolarmente bravo nella divulgazione scientifica mi hanno insegnato parecchie cose (oltre alla mia passione, fin da piccola, per le autopsie. Ma questa è un’altra storia).

Detto questo, ciò che mi ha lasciata più interdetta in questi giorni è l’assoluta certezza con la quale molti sostengono che Schwazer, in conferenza stampa, abbia recitato (se è vero, vorrei avere un decimo del suo talento: sarei a Hollywood a contendermi gli Oscar con Meryl Streep) e che “è impossibile abbia fatto tutto da solo”.

Ora miei cari: per le conoscenze di cui sopra che ho, l’affermazione mi sembra un filo pretenziosa.
E vi spiegherò perché, con la indispensabile consulenza scientifica della mia amica Laury Inter che è biologa quindi ne sa più di tutti voi messi insieme (a proposito, seguitela su Twitter).

Innanzitutto, cos’è l’EPO?
L’eritropoietina è una glicoproteina sintetizzata principalmente dalle cellule peritubulari della corticale del rene, ed in piccola quantità anche da altri organi (es. fegato). La sua sintesi è controllata da un sistema a feedback molto sensibile, il cui sensore a livello del rene percepisce le alterazioni nell’apporto di ossigeno. Il principale fattore capace di stimolarne la sintesi e secrezione è infatti l’ipossia dovuta o ad una ridotta tensione di ossigeno nell’ambiente o a una ridotta capacità del sangue di trasportarlo. L’azione principale dell’EPO avviene nel midollo osseo, dove questa glicoproteina agisce sinergicamente con diversi fattori di crescita nel determinare la maturazione dei progenitori eritroidi stimolando l’eritropoiesi (in parole povere, stimola il midollo osseo favorendo la formazione dei globuli rossi, responsabili del trasporto dell’ossigeno all’interno dell’organismo.
La clonazione del gene dell’eritropoietina ha permesso la sintesi della proteina tramite la tecnica del DNA ricombinante: si è cosi riusciti ad avere l’eritropoietina ricombinante umana (r-Hu Epo).

Perché è stato cosi importante riuscire a sintetizzare l’eritropoietina? Perché ci sono diverse patologie dove una forte anemia è causata da una bassa sintesi di questa proteina da parte del rene, e quindi una sua somministrazione costituisce la base della terapia.
  1. Anemia ed Insufficienza Renale. L’anemia colpisce la maggior parte dei pazienti con insufficienza renale cronica che di solito sviluppano una graduale riduzione dell’ematocrito (percentuale di globuli rossi nel sangue), parallelamente alla diminuzione della funzione renale.  Una delle cause dell’anemia è, appunto, la ridotta produzione di globuli rossi a livello del midollo osseo che risulta prevalentemente essere correlata ad un deficit di eritropoietina.
  2.  Oncologia.  In oncologia, una anemia cronica è la regola e la possibilità di correggere lo stato anemico e quindi di migliorare la qualità della vita di un paziente è un obiettivo quanto mai opportuno e necessario. L’anemia, infatti, pregiudica la funzionalità di vari organi e tessuti, con conseguente diminuzione delle potenzialità fisiche e mentali. In media, un terzo dei pazienti diventa anemico dopo tre cicli di chemioterapia. Poiché l’ipossia favorisce le cellule tumorali, dando loro un vantaggio proliferativo ed una più lunga sopravvivenza,  è importante sottolineare l’importanza di ridurre l’ipossia, attraverso l’aumento dell’emoglobina e l’impiego di farmaci anti-angiogenici
  3. AIDS. Il trattamento con Zidovudine nell’AIDS porta frequentemente ad un’inibizione dei precursori eritroidi a livello del midollo osseo e conseguentemente ad anemia, ed un trattamento con r-Hu Epo molto frequentemente porta ad una buona risposta terapeutica.


E poi.. L’uso off-label.

Il doping.
Date le sue funzioni di stimolazione dell’eritropoiesi (produzione dei globuli rossi), l’EPO è stata frequentemente utilizzata, specialmente negli anni 90, per aumentare l’apporto di ossigeno da atleti di sport di resistenza (il più comune è il ciclismo).
In poche parole la somministrazione esogena di EPO si somma a quella prodotta dal rene e si ha quindi un aumento della produzione degli eritrociti oltre al normale, e conseguentemente un aumento dell’apporto di ossigeno ai tessuti. Questo doping è molto rischioso per gli atleti, principalmente perché l’aumento eccessivo dei globuli rossi può provocare un aumento della viscosità del sangue con conseguente trombosi anche letale. L’eritrocitosi eccessiva può causare trombosi delle vene profonde, embolia polmonare, trombosi delle coronarie e trombosi cerebrale.

Detto, questo, vediamo di confutare la prima affermazione.
Alex Schwazer non è stato trovato positivo all’EPO
La Wada, infatti, ha comunicato al CONI la positività a “metaboliti o marker dell’EPO”.

Nel suo articolo “Recent developments in doping testing for erythropoietin” Christian Reichel ci spiega come sia possibile risalire all’uso di EPO grazie al passaporto biologico degli atleti  che studia tutta una serie di parametri del sangue. Inoltre, le case farmaceutiche, su accordo con la Wada, hanno iniziato ad inserire nell’EPO sintetica – la faccio molto facile e banale - una molecola rivelatrice dell’uso di tale sostanza.
Non si scappa. Si può nascondere l'EPO, magari imbottendosi di diuretici (ok, tanto ti sgamano anche quelli) non il marker.

Ora, che il professor Ferrari – noto, si dice, genio del doping - non sapesse una cosa che so perfino io mi risulta assai strano.
Più in generale, credo che un medico che non sia appena ubriaco sappia che oggi l’EPO te la beccano subito, senza colpo ferire.
Solo un perfetto imbecille potrebbe prescriverla, oggi.
E poi dai, lo sappiamo che il doping è sempre un passo avanti all’antidoping.

Altro elemento.
“Non è credibile. Non può avere fatto da solo. Solo un medico poteva somministrargli l’EPO”.

Signori miei, state davvero scherzando?
Ma sapete com’è fatta l’eritropoietina sintetica, si? E’ un liquido bianco contenuto in flaconcini di vetro o in siringhe preriempite.
Si somministra per iniezione sottocute, di solito in una coscia o nell’addome.
Esattamente come l’insulina per i diabetici.

Non so se avete amici che soffrono di questa patologia, ma le persone che conosco io si fanno l’iniezione tranquillamente da soli. Non ci vuole un genio per farsi una sottocutanea, ve lo garantisco.
Per dire, io è da quando avevo 16 anni che faccio iniezioni intramuscolari in caso di emergenza ad amici e parenti.
E pare sia piuttosto brava, a detta delle mie vittime.

Quindi Schwazer non dice una cosa assurda quando afferma di avere fatto tutto da sé.

Non so se sia vero - non posso avere una simile certezza - ma non esiste, oggi, nessun elemento che possa dare a chicchessia la certezza che sicuramente abbia detto il falso. Almeno, non con questi elementi a disposizione.

Anzi. Proprio in virtù di quanto sopra è assolutamente possibile che si sia dopato in autonomia. Possibile, plausibile e credibile.
Ad oggi. 
Con quanto sappiamo oggi.

Altrimenti dovremmo pensare che tutti quelli che si fanno di eroina in vena siano dei Nobel per la medicina..