Credo che oramai lo sappiano anche i muri: il marciatore Alex Schwazer, oro a Pechino 2008, è stato trovato positivo all’EPO con tutte le conseguenze del caso.
Indignazione, sdegno, le solite reazioni del popolo italico
per le stronzate.
Lo stesso che plaude l’espulsione dall’Arma di Schwazer e non
si indigna perché i poliziotti che hanno ammazzato Federico Aldrovandi –
sentenza passata in giudicato – sono ancora in servizio effettivo.
Dove sono in massacratori in servizio effettivo e
permanente, ben definiti dal mio amico Franco Bomprezzi “farisei”?
Nota a margine, ma assai stonata e molto polemica. Il
controllo che ha inchiodato Schwazer è stato deciso ed eseguito dalla Wada,
l'agenzia mondiale antidoping. Com'è possibile Coni e Fidal abbiano
completamente perso il controllo del loro unico atleta di punta proprio alla
vigilia dei Giochi? Perché non è stato seguito, controllato, monitorato,
assistito come avrebbe dovuto? Come lo ha gestito la federazione, sulla quale,
soprattutto in anni olimpici, il Coni dovrebbe vigilare?
Diciamolo chiaramente: senza l'intervento dell'antidoping mondiale,
l'Italia avrebbe fatto gareggiare a Londra un dopato. Non uno qualsiasi: la punta
di diamante.
Quindi Petrucci, più che millantare l’efficienza del Coni (La
sintesi: siamo stati seri, l'abbiamo escluso in due ore, un record
del mondo, non so quanti avrebbero fatto come noi), avrebbe dovuto dire: grazie
a chi ha evitato all'Italia di fare una figura di merda di proporzioni bibliche.
E quanto alle "appena due ore" trascorse dalla
comunicazione della positività all'espulsione dell'atleta… Beh, cos'altro
poteva fare, il Coni? Tenere segreto tutto aspettando che fosse la Wada a
rendere pubblico il disastro? Meglio giocare d'anticipo, molto meglio. Ok. Perfetto.
Basta però non provare poi a stravincere.
E rispondere invece a una domandina facile facile: perché,
caro Petrucci, non ve ne siete acccorti voi?
Chiusa la prima parentesi polemica, torniamo allo Schwazer-massacro.
Incredibile ma vero, anche il buon sconcy, in un momento di
impressionante lucidità, scrive una cosa condivisibilissima che qui vi riporto,
togliendo il nome delle squadre inserite a titolo di puro esempio perché qui si
bada alla sostanza: “Se Schwazer fosse stato un calciatore della juve avrebbe
potuto negare tutto e la sua parte di popolo l'avrebbe creduto anche davanti a
prove conclamate. Si sarebbe parlato di un complotto, di poca chiarezza nei
sistemi di analisi, della «crudeltà incivile» dei controlli a sorpresa. Sarebbe
bastato che lo Schwazer calciatore avesse insistito sulla sua innocenza e
avrebbe portato la gente in strada in sua difesa”.
Giova ricordare che il Il 29 maggio 2007 la Corte di Cassazione ha stabilito in via
definitiva che la Juventus di Lippi, del dottor Agricola, la j**entus del tridente
del piero-vialli-ravanelli, attuò, dal ’94 al ’98, “un disegno criminoso per
alterare le gare attraverso la somministrazione illecita di farmaci” I
giocatori della quella squadra inarrestabile arano infarciti di doping
(sostanze proibite) sia di sostanze lecite somministrate inspiegabilmente a
giocatori sani (il famoso uso off-label).
La sentenza della Cassazione ha stabilito in via definitiva
che la Juventus, nelle persone di Antonio Giraudo, amministratore delegato, e
Riccardo Agricola, responsabile dello staff medico, commise in modo continuato,
per 4 stagioni, il reato di frode sportiva violando la legge 401 dell’ 89.
Sentenza definitiva che aggrava quella del Tribunale che come ricorderete aveva
condannato solo il medico Agricola assolvendo con formula dubitativa Giraudo.
Per la cronaca: grazie all’avvenuta prescrizione del reato – sopraggiunta il 1
aprile 2007 – la j**e, pur colpevole, non può più essere punita.
Ma i giudici si spingono oltre scrivendo che i giocatori
“non possono essere considerati semplici vittime” dell’operato della società.
Dunque secondo la Corte i giocatori erano consenzienti ad assumere le sostanze
“magiche” somministrate dal dott. Agricola.
Eppure, né allora né oggi, non ricordo indignazione,
feuilleton, richieste di sacrosanta rinuncia ai titoli e pubblica gogna..
Il punto, oggi, non è questo.
Semplicemente è un punto di vista diverso. Magari non condivisibile
ma fondato su basi scientifiche a differenza di troppe opinioni che ho
sentito, onestamente fondate sul nulla.
Non so se possa essere LA verità. Di certo, è una verità che si regge sulla scienza, non sul sentito dire da chi ne sa, spesso, poco o nulla.
Dovete sapere che Sorella vostra ha iniziato la sua fulgida
carriera lavorativa nel mondo delle aziende farmaceutiche: mesi e mesi passati
sui non-confidential/confidential profile dei medicinali e un capo (il mitico
italo-inglese Tony) particolarmente bravo nella divulgazione scientifica mi
hanno insegnato parecchie cose (oltre alla mia passione, fin da piccola, per le
autopsie. Ma questa è un’altra storia).
Detto questo, ciò che mi ha lasciata più interdetta in questi
giorni è l’assoluta certezza con la quale molti sostengono che Schwazer, in
conferenza stampa, abbia recitato (se è vero, vorrei avere un decimo del suo
talento: sarei a Hollywood a contendermi gli Oscar con Meryl Streep) e che “è
impossibile abbia fatto tutto da solo”.
Ora miei cari: per le conoscenze di cui sopra che ho,
l’affermazione mi sembra un filo pretenziosa.
E vi spiegherò perché, con la indispensabile consulenza scientifica della
mia amica Laury Inter che è biologa quindi ne sa più di tutti voi messi insieme (a proposito, seguitela su Twitter).
Innanzitutto, cos’è l’EPO?
L’eritropoietina
è una glicoproteina sintetizzata principalmente dalle cellule peritubulari
della corticale del rene, ed in piccola quantità anche da altri organi (es.
fegato). La sua sintesi è controllata da un sistema a feedback molto sensibile,
il cui sensore a livello del rene percepisce le alterazioni nell’apporto di
ossigeno. Il principale fattore capace di stimolarne la sintesi e secrezione è
infatti l’ipossia dovuta o ad una ridotta tensione di ossigeno nell’ambiente o
a una ridotta capacità del sangue di trasportarlo. L’azione principale dell’EPO avviene
nel midollo osseo, dove questa glicoproteina agisce sinergicamente con diversi
fattori di crescita nel determinare la maturazione dei progenitori eritroidi
stimolando l’eritropoiesi (in parole povere, stimola il midollo osseo favorendo la
formazione dei globuli rossi, responsabili del trasporto dell’ossigeno
all’interno dell’organismo.
La
clonazione del gene dell’eritropoietina ha permesso la sintesi della proteina
tramite la tecnica del DNA ricombinante: si è cosi riusciti ad avere
l’eritropoietina ricombinante umana (r-Hu Epo).
Perché
è stato cosi importante riuscire a sintetizzare l’eritropoietina? Perché ci
sono diverse patologie dove una forte anemia è causata da una bassa sintesi di
questa proteina da parte del rene, e quindi una sua somministrazione
costituisce la base della terapia.
- Anemia ed Insufficienza Renale. L’anemia colpisce la maggior parte dei pazienti con insufficienza renale cronica che di solito sviluppano una graduale riduzione dell’ematocrito (percentuale di globuli rossi nel sangue), parallelamente alla diminuzione della funzione renale. Una delle cause dell’anemia è, appunto, la ridotta produzione di globuli rossi a livello del midollo osseo che risulta prevalentemente essere correlata ad un deficit di eritropoietina.
- Oncologia. In oncologia, una anemia cronica è la regola e la possibilità di correggere lo stato anemico e quindi di migliorare la qualità della vita di un paziente è un obiettivo quanto mai opportuno e necessario. L’anemia, infatti, pregiudica la funzionalità di vari organi e tessuti, con conseguente diminuzione delle potenzialità fisiche e mentali. In media, un terzo dei pazienti diventa anemico dopo tre cicli di chemioterapia. Poiché l’ipossia favorisce le cellule tumorali, dando loro un vantaggio proliferativo ed una più lunga sopravvivenza, è importante sottolineare l’importanza di ridurre l’ipossia, attraverso l’aumento dell’emoglobina e l’impiego di farmaci anti-angiogenici
- AIDS. Il trattamento con Zidovudine nell’AIDS porta frequentemente ad un’inibizione dei precursori eritroidi a livello del midollo osseo e conseguentemente ad anemia, ed un trattamento con r-Hu Epo molto frequentemente porta ad una buona risposta terapeutica.
E poi.. L’uso off-label.
Il doping.
Date
le sue funzioni di stimolazione dell’eritropoiesi (produzione dei globuli
rossi), l’EPO è stata frequentemente utilizzata, specialmente negli anni 90,
per aumentare l’apporto di ossigeno da atleti di sport di resistenza (il più
comune è il ciclismo).
In poche parole la somministrazione esogena di EPO si somma
a quella prodotta dal rene e si ha quindi un aumento della produzione degli
eritrociti oltre al normale, e conseguentemente un aumento dell’apporto di
ossigeno ai tessuti. Questo doping è molto rischioso per gli atleti,
principalmente perché l’aumento eccessivo dei globuli rossi può provocare un
aumento della viscosità del sangue con conseguente trombosi anche letale.
L’eritrocitosi eccessiva può causare trombosi delle vene profonde, embolia
polmonare, trombosi delle coronarie e trombosi cerebrale.
Detto,
questo, vediamo di confutare la prima affermazione.
Alex
Schwazer non è stato trovato positivo all’EPO.
La Wada, infatti, ha comunicato
al CONI la positività a “metaboliti o marker dell’EPO”.
Nel
suo articolo “Recent developments in doping testing for erythropoietin” Christian
Reichel ci spiega come sia possibile risalire all’uso di EPO grazie al
passaporto biologico degli atleti che
studia tutta una serie di parametri del sangue. Inoltre, le case farmaceutiche, su accordo con la Wada, hanno iniziato ad inserire nell’EPO sintetica – la
faccio molto facile e banale - una molecola rivelatrice dell’uso di tale
sostanza.
Non
si scappa. Si può nascondere l'EPO, magari imbottendosi di diuretici (ok, tanto ti sgamano anche quelli) non il marker.
Ora,
che il professor Ferrari – noto, si dice, genio del doping - non sapesse
una cosa che so perfino io mi risulta assai strano.
Più
in generale, credo che un medico che non sia appena ubriaco sappia che oggi
l’EPO te la beccano subito, senza colpo ferire.
Solo
un perfetto imbecille potrebbe prescriverla, oggi.
E
poi dai, lo sappiamo che il doping è sempre un passo avanti all’antidoping.
Altro
elemento.
“Non
è credibile. Non può avere fatto da solo. Solo un medico poteva somministrargli
l’EPO”.
Signori
miei, state davvero scherzando?
Ma
sapete com’è fatta l’eritropoietina sintetica, si? E’ un liquido bianco
contenuto in flaconcini di vetro o in siringhe preriempite.
Si
somministra per iniezione sottocute, di solito in una coscia o nell’addome.
Esattamente
come l’insulina per i diabetici.
Non
so se avete amici che soffrono di questa patologia, ma le persone che conosco
io si fanno l’iniezione tranquillamente da soli. Non ci vuole un genio per
farsi una sottocutanea, ve lo garantisco.
Per
dire, io è da quando avevo 16 anni che faccio iniezioni intramuscolari in caso
di emergenza ad amici e parenti.
E
pare sia piuttosto brava, a detta delle mie vittime.
Quindi
Schwazer non dice una cosa assurda quando afferma di avere fatto tutto da sé.
Non
so se sia vero - non posso avere una simile certezza - ma non esiste, oggi, nessun elemento che possa dare a
chicchessia la certezza che sicuramente abbia detto il falso. Almeno, non con questi elementi
a disposizione.
Anzi. Proprio in virtù di quanto sopra è assolutamente possibile che si sia dopato in autonomia. Possibile, plausibile e credibile.
Ad oggi.
Con quanto sappiamo oggi.
Altrimenti
dovremmo pensare che tutti quelli che si fanno di eroina in vena siano dei
Nobel per la medicina..